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Categoria Curiosità

Sorprendente: 10 luoghi nel mondo in cui non si può morire, due sono italiani

Segnaliamo una classifica piuttosto curiosa e perfino un po’ sinistra. Se esistono luoghi come spiagge, alberghi, borghi più belli al mondo, oppure quelli dove si vive meglio, esistono anche quelli dove non si può morire. Non perché scorra nelle loro acque l’elisir di lunga vita, ma semplicemente perché in questi luoghi, per una ragione o l’altra, è vietato morire.

In alcune località del mondo non si può morire per via della sacralità del luogo oppure perché, più prosaicamente, non ci sono più tombe, loculi o fosse dove seppellire i morti. L’Huffington Post ha stilato questo curioso elenco che vi proponiamo qui di seguito, segnalando che in questa curiosa top 10 due località sono italiane.

1) Isola di Delos (Grecia)

Delos, Grecia (Foto di Vijinn. Licenza CC BY-SA 3.0 via Commons)

Quest’isola è troppo sacra per morirvi, ma anche per nascervi. La decisione fu presa dagli Ateniesi e risale al lontanissimo inverno del 426/5 a.C., quando si stabilì che Delos andava purificata. Per fare ciò tutte le tombe furono aperte e le ossa dei morti furono portate nella vicina isola di Renea, dove furono nuovamente seppelliti. In seguito furono trasferiti anche gli ammalati e le donne incinte, perché si decise che nessuno avrebbe più potuto nascere o morire a Delos. Infine fu deportata dall’isola anche la popolazione locale.

2) Isola di Itsukushima/Miyajima (Giappone)

Itsukushima (Foto di Jordy Meow. Licenza CC BY-SA 3.0 via Commons)

Sull’isola giapponese di Itsukushima vivono meno di 1.800 abitanti. Anche questa è un’isola sacra dove è vietato sia nascere che morire. Per questo le donne incinte così come le persone malate o anziane devono lasciare l’isola, prima del parto o della morte. Su quest’isola, sacra alla religione shintoista, non esistono cimiteri né reparti ospedalieri di maternità.

3) Longyearbyen, isole Svalbard (Norvegia)

Longyearbyen (Foto di Bjoertvedt. Licenza (CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons)

A Longyearbyen, l’insediamento con più abitanti (poco più di 2.000) nell’arcipelago norvegese delle isole Svalbard, nel Mar Glaciale Artico, è vietato morire da molti anni. Lo stabilisce un provvedimento che risale al 1930 e che è dovuto al freddo rigidissimo tipico della zona che non consente una rapida decomposizione dei cadaveri, che rimangono di fatto congelati. Il problema si pose all’epoca della pandemia influenzale del 1917-20, la cosiddetta influenza spagnola, che uccise decine di milioni di persone nel mondo. Con i corpi delle vittime che rimanevano intatti, si temeva che il virus potesse restare ancora in circolo. Infatti, a distanza di 13 anni molti cadaveri erano integri. Le autorità locali decisero così di chiudere il cimitero cittadino e vietare le sepolture. Dal 1950 è stato ufficialmente sancito il divieto di morire a Longyearbyen. In caso di persone gravemente malate o in pericolo di vita, queste vengono trasportate in aereo all’ospedale più vicino, a circa due ore di distanza. Un provvedimento che è rimasto in vigore nonostante nessuno sia mai stato colpito dal virus mortale dell’influenza spagnola proveniente dai morti.

4) Lanjarón (Spagna)

Lanjarón (Foto di Violaine Peyramond. Licenza CC BY 3.0 via Wikimedia Commons)

E’ vietato morire anche a Lanjarón, in Andalusia. La legge in questo caso è più recente: risale al 1999, quando il sindaco dalla cittadina spagnola, di circa 4mila abitanti, prese questo drastico provvedimento perché il cimitero locale era pieno e il governo non aveva provveduto ad ampliarlo nonostante le numerose richieste. Ancora non sono stati realizzati i nuovi lavori per l’ampliamento del cimitero e dunque il divieto di morire rimane in piedi.

5) Le Lavandou (Francia)

Le Lavandou (Foto di Bonvol. Licenza CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons)

Nel paese di Le Lavandou, sulla Costa Azzurra, è vietato morire dal 2000 a seguito di un’ordinanza del sindaco dell’epoca dovuta alla mancanza di posti nel cimitero comunale. Una decisione provocatoria contro la sentenza che vietava di costruire un nuovo cimitero in paese perché “avrebbe guastato la bellezza del sito prescelto”.

6) Biritiba Mirim (Brasile)

Biritiba-Mirim (Foto di OS2Warp.Licenza Pubblico Dominio da Wikipedia)

Nel paese alla periferia di San Paolo del Brasile è vietato morire anche qui perché non basta più il cimitero locale. Non c’è spazio per allargare il cimitero locale e non è possibile ricorrere alla cremazione, pertanto, anche per non rovinare la particolare composizione dei terreni locali dal 2005, è vietato morire.

7) Cugnaux (Francia)

Cugnaux (Foto con licenza GFDL tramite Wikimedia Commons)

Torniamo in Francia. Anche a Cugnaux, piccolo paese vicino a Tolosa, i posti al cimitero sono esauriti. Quindi il sindaco, già dal 2007 aveva emesso l’ordinanza che vieta di morire in paese. Possono farlo solo quei cittadini che abbiano già la loro sepoltura a Cugnaux, gli altri devono andare a morire da un’altra parte.

8) Sarpourenx (Francia)

Sarpourenx (Foto di France64160 – Opera propria. Con licenza CC0 tramite Wikimedia Commons)

Un altro comune francese con il divieto di morire sul suo territorio. Si tratta di Sarpourenx, nel sud della Paese, dove vige il divieto di morire dal 2008, in base ad un decreto del sindaco in aperta polemica con la sentenza di un tribunale che non gli aveva dato il permesso di ampliare il cimitero già esistente. Un decreto prevede anche sanzioni per i trasgressori.

9) Falciano del Massico, Caserta (Italia)

Falciano del Massico, Caserta (Foto di Digri. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons)

A Falciano del Massico, paesino della provincia di Caserta con 4mila abitanti, è vietato morire per mancanza del cimitero.”Un’ordinanza un poco provocatoria”, ha precisato il sindaco Giulio Cesare Fava, che l’ha emessa per “sensibilizzare gli organi competenti” sul cimitero che manca a Falciano dal 1964.

10) Sellia, Catanzaro (Italia)

Sellia, Catanzaro (web)

L’altro paese italiano dove è vietato morire è Sellia, in Calabria, in provincia di Catanzaro. Sellia è un piccolo borgo medievale alle porte di Catanzaro, che si sta letteralmente spopolando. Il sindaco del Comune ha quindi emesso un’ordinanza con cui si “fa divieto di morire” a Sellia, ma allo stesso tempo invita i cittadini a mantenersi in buona salute, con incentivi e agevolazioni per quanti aderiranno all’iniziativa

Di Valeria Bellagamba

Valeria Bellagamba

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Valeria Bellagamba