Questo è il ponte più colorato e divertente del mondo, ecco perché

Il ponte-Lego a Wuppertal, Germania (Morty, CC BY-SA 3.0, Wikipedia)
Il ponte-Lego a Wuppertal, Germania (Morty, CC BY-SA 3.0, Wikipedia)

Ponte colorato. A Wuppertal, in Germania, c’è un ponte colorato molto curioso. Si tratta del Lego-Brücke, il Ponte-Lego in tedesco, chiamato così perché sembra realizzato proprio con mattoncini Lego. Si tratta di un ponte vero, realizzato in cemento, un cavalcavia che passa sopra una strada di Wuppertal, la Schwesterstraße.

Guardando il ponte, però, si ha l’impressione che sia stato realizzato con i mattoncini della celebre azienda danese. Questo è possibile grazie all’intervento dell’artista di strada Martin Heuwold, che ha ridipinto il ponte disegnando sotto la campata dei mattoncini Lego colorati. Guardandolo da vicino sembra che sia stato assemblato con dei mattonici Lego enormi.

Si tratta di una idea geniale, che spezza il grigiore del paesaggio urbano. Possiamo così definire il Lego-Brücke il ponte più colorato e divertente del mondo. Nel 2012 il ponte è stato premiato con il Deutscher Fassadenpreis.

Il ponte-Lego a Wuppertal, Germania (Morty, CC BY-SA 3.0, Wikipedia)
Il ponte-Lego a Wuppertal, Germania (Morty, CC BY-SA 3.0, Wikipedia)

Sul ponte passava una vecchia linea ferroviaria, dismessa già nel 1991. Nel 2011 l’artista Martin Heuwold ha così pensato di riqualificare con la sua arte il ponte abbandonato da 20 anni. Ne è seguito un progetto con l’amministrazione comunale della città di Wuppertal e l’associazione benefica Wuppertal Bewegung. Il recupero della struttura ha compreso sia la nuova pittura che la realizzazione di una pista ciclabile e di un percorso pedonale sul ponte. La società Lego ha poi autorizzato alla rappresentazione dei suo mattonicini nel dipinto.

La città di Wuppertal, dove ammirare l’opera, si trova nel land della Renania Settentrionale-Vestfalia.

Il ponte-Lego sul sito web del Deutscher Fassadenpreis: a questa pagina.

Il Ponte Lego in un servizio di una Tv russa – VIDEO

A cura di Valeria Bellagamba

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