Ryanair: ecco le basi che chiuderanno in Italia

Ryanair (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)
Ryanair (PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images)

L’annuncio shock di Ryanair di chiudere alcune basi in Italia a causa dei costi troppo alti, rilasciato circa un mese fa, sta piano piano attuandosi.  Tra il 2016 e il 2017 la compagnia low cost irlandese concentrerà il suo traffico solo sul alcuni aeroporti italiani, chiudendo di fatto alcune basi o tagliando alcune destinazioni.

Una notizia che ovviamente piacerà poco ai viaggiatori oramai abituati a poter volare pressoché ovunque in Europa e in Italia a poco prezzo. La Ryanair ha puntato il dito contro la tassazione italiana che con una legge del 2012 ha stabilito un aumento della tassa d’imbarco destinata a finanziare il fondo di solidarietà dei piloti ex Alitalia. La chiusura delle basi è quindi un segno di protesta per  l’aumento della tassa d’imbarco, ma c’è chi sostiene che ciò non sia vero in quanto il sovrapprezzo ricade totalmente sul prezzo dei biglietti e quindi sui passeggeri e non sulla compagnia. La Ryanair quindi per alcuni sta solo giustificando quella che è una pura scelta di marketing.

Da fine marzo 2016 da alcuni aeroporti italiani la Ryanair non opererà più alcune tratte. Dall’aeroporto di Perugia verranno sospese le rotte da/per Cagliari e Brindisi e quelle su Barcellona- Girona e Dusseldorf-Weeze. Da Trapani sarà servita Roma Fiumicino e non più Roma Ciampino e dal 2017 con ogni probabilità la Ryanair abbandonerà l’aeroporto di Trapani e Catania per favorire il traffico su Palermo. In Sardegna petizioni popolari e quanto altro non sono riuscite a fermare la decisione della Compagnia Irlandese di non servire più Alghero.  Dal 1° Novembre Ryanair, poi, lascerà anche Cagliari, con soli tre collegamenti nazionali.  Stessa sorte per Pescara dove dal 31 ottobre prossimo non opererà più.

“Le annunciate chiusure delle basi Ryanair di Alghero e Pescara, oltre ai tagli che hanno interessato, tra gli altri, Perugia insieme agli scali di Cagliari e Cuneo – ha ribadito John Alborante, responsabile marketing di Ryanair per l’Italia – sono il diretto risultato dell’introduzione di ulteriore aumento di 2,5 euro della cosiddetta tassa comunale, che è arrivata a 9 euro per ogni biglietto emesso in partenza da scali italiani. Un livello insostenibile soprattutto quando rapportato alle nostre basse tariffe. Se il Governo rivedesse le proprie decisioni, anche Ryanair sarebbe disposta a riconsiderare alcune recenti decisioni”.

Ma per il momento nulla è cambiato e la Ryanair procede nella sua direzione. Ad essere più preoccupato è il comparto turistico che vedrà inevitabilmente crollare l’afflusso di viaggiatori e vacanzieri.

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