Alla scoperta della preistoria nel Parco di Belverde: archeologi per un giorno

costruzione capanna

Un vero e proprio viaggio nella preistoria, per vedere da vicino e toccare con mano come viveva l’uomo tra il Paleolitico medio (oltre 50 mila anni fa) e l’età del Bronzo (secondo millennio a.C.) calandosi nella realtà di allora. E’ quello che propone una visita al Parco archeologico naturalistico e all’Archeodromo di Belverde, alle porte del borgo di Cetona, sulle pendici del Monte omonimo nella Valdichiana senese, al confine fra Toscana e Umbria.

Il Parco archeologico naturalistico di Belverde rappresenta un monumento naturale alla preistoria italiana, attraversato da un sentiero di circa 2 km in una suggestiva lecceta e in un ambiente di grande pregio naturalistico. Le prime ricerche nell’area portano la firma dell’archeologo perugino Umberto Calzoni. Fu lui, nel 1927, a scoprire quasi casualmente le testimonianze dell’intensa frequentazione preistorica del Monte Cetona e l’imponente formazione di travertino, la cosiddetta “scogliera”, composta da blocchi accatastati gli uni sugli altri che, con il passare del tempo, hanno creato cunicoli e gallerie collegati fra loro da una sorta di labirinto naturale. Le ricerche archeologiche hanno evidenziato l’utilizzo di queste cavità come rifugio per l’Uomo di Neanderthal e come luogo di culto e di sepoltura durante le fasi più recenti della preistoria (età del Bronzo), mentre le aree abitative si trovavano all’esterno o sotto piccoli ripari. Negli anni successivi, gli studi della Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana e dell’Università degli Studi di Siena hanno riportato alla luce resti di strutture e utensili risalenti a oltre quattromila anni fa, fra cui recipienti di terracotta destinati a varie funzioni, strumenti di pietra scheggiata e levigata e oggetti in bronzo. Tra le cavità visitabili, in compagnia di una guida, sono da segnalare la Grotta di San Francesco, la più grande e con testimonianze del Paleolitico medio, dell’età del Rame e dell’età del Bronzo; il Riparo del Capriolo, abitato intorno alla metà del secondo millennio a.C. e la Grotta Lattaia, frequentata come luogo di culto anche in epoca etrusca e romana. A queste si unisce il cosiddetto Anfiteatro, una cava di travertino con suggestive gradinate, immersa nella lecceta del Parco.

Archeologi per un giorno

L’Archeodromo di Belverde offre a tutti i visitatori, e in particolare ai più piccoli, la possibilità di trasformarsi in “archeologi per un giorno”, con attività didattiche e manuali per sperimentare le tecniche di ricerca, di scavo con documentazione grafica, di recupero e primo intervento per il restauro dei reperti portati alla luce. L’area si estende su 12 metri quadrati, con una stratigrafia artificiale su due livelli: nello strato inferiore sono riprodotte ceramiche d’impasto, ossa di animali domestici e semi carbonizzati di grano e orzo, mentre quello superiore contiene elementi in ferro e frammenti di ceramiche invetriate e maiolica. I laboratori didattici vengono realizzati su prenotazione per gruppi o partecipanti singoli e hanno una durata di circa due ore.

Il museo civico del Monte Cetona

Oltre al Parco archeologico naturalistico e all’Archeodromo di Belverde, il patrimonio storico e archeologico dell’area è conservato nel Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, ospitato in spazi recentemente rinnovati e adiacenti al Palazzo comunale, nel cuore più antico del borgo cetonese. Nelle nuove sale è possibile vedere una vasta collezione di reperti che documentano la presenza umana sul Monte Cetona dal Paleolitico all’età del Bronzo, fra cui spiccano i resti di orso speleo rinvenuti nella Grotta Lattaia, gli utensili in selce utilizzati dall’Uomo di Neanderthal, il raffinato vasellame e gli oggetti in metallo, osso e pietra risalenti al secondo millennio a.C., testimonianza della frequentazione a scopo culturale delle cavità di Belverde.

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