TOP 5: gli errori di italiano più madornali degli stranieri

da GettyImages

Quando uno straniero parla italiano in quali errori rischia di incorrere? \ Roma – Strafalcioni a volte imbarazzanti ma sempre super divertenti per noi italiani: sono gli errori più comuni in cui uno straniero può cadere quando viene in visita nel Bel Paese. Un accento sbagliato, una piccola inversione di lettere, una similitudine fuorviante con la lingua natia ed ecco che scatta subito la maligna risata di chi l’italiano lo ha come lingua madre.

Non si tratta certo di cattiveria ma solo di una involontaria ironia su errori che spesso il turista non sa nemmeno di compiere. Certi poi sono un vero e proprio cult nel settore, sviste che capitano spesso e volentieri ma che non smettono di stupirci.

Qualche esempio? Ecco i nostri cinque strafalcioni preferiti: concedetevi una bella risate ma dal vivo siate indulgenti.

  1. Conservanti o preservativi? Il dubbio sorge agli anglosassoni nella cui lingua madre “preservatives” significa “conservanti”. Procedendo però per assonanza ovviamente lo scivolone è in agguato.
  2. Problemi di doppie: è l’errore tipico degli spagnoli ma in realtà si tratta di una minaccia per buona parte dei turisti. Pronunciare le doppie infatti non è cosa facile per chi non è italiano ma, se poco ci passa tra “lettera” e “letera”, il problema è ben più evidente se pensiamo a “penne” e “pene”: non solo il significato è diverso ma ordinare un piatto di “pene” al ristorante potrebbe essere anche alquanto imbarazzante.
  3. Vocali minacciose: Poco si riflette di solito su quanta differenza può intercorrere tra una vocale e l’altra ma in certi vocaboli la confusione rischia di sconvolgere la frase. Che ne dite infatti della divergenza tra “scoraggiare” e “scoreggiare”? Tra “fico” e “fica” invece?
  4. Fon o phone? Ecco il classico caso dell’assonanza che inganna: se in un albergo chiedete di usare il fon questi vi daranno un asciugacapelli ma se siete inglesi forse avreste preferito un telefono, “phone” per l’appunto.
  5. Quando il verbo fa la differenza: Se un luogo è troppo affollato o l’estate si avvicina può spesso capitare di sentire caldo, sottolineando però proprio il verbo “sentire”. Già perché spesso gli stranieri fanno un certo abbuso del verbo essere e potrebbero dunque dire “sono calda”, lasciando passare però un messaggio decisamente sbagliato.
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