La vita di una famiglia con una persona disabile nel nucleo ha bisogno di sostegno e accortezze, per questo i caregiver sono riconosciuti e tutelati con corsie preferenziali sia a livello economico che sociale
In Italia secondo una recente ricerca del Sole 24 Ore ci sono otto milioni di persone con disabilità più o meno grave. Alcune analisi, a seconda delle limitazioni fisiche o mentali, fanno salire la cifra a tredici milioni. Esattamente il numero di persone anziane rilevate dall’ultimo Censimento di cui 4 milioni sopra gli ottanta anni.
Basterebbero questi dati a comprendere la portata di un fenomeno sociale ed economico di sempre maggior rilievo, la necessità di avere caregiver in famiglia. Una persona indicata come caregiver è una persona che per scelta o per necessità si prende cura, direttamente e fattivamente, di una persona anziani, non autosufficiente o disabile, presente nel proprio nucleo familiare o tra i parenti diretti.
Una figura riconosciuta dalla legge e soggetta a vantaggi economici e sociali. Vantaggi che in alcuni casi sono delle vere e proprie corsie preferenziali gestite dalla norma o direttamente dall’INPS, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Ma di cosa parliamo nello specifico?
Vediamo insieme qualche dettaglio partendo dal cosiddetto Bonus Caregiver 2025, un bonus che in realtà è un insieme di interventi volti a favorire l’azione di chi assiste un familiare. Il Bonus si compone di bandi specifici emessi dalle singole regioni, di assegni di inclusione, di possibilità di aderire all’APE Sociale, ovvero andare in pensione in modo anticipato oltre che ai benefici della Legge 104 del 1992.
Ma non solo. Tutti questi elementi possono essere sommati al cosiddetto assegno di accompagno o di accompagnamento. Un assegno dal valore di 542 euro erogato per dodici mesi, e senza limiti di reddito, in favore delle persone con disabilità grave per coprire le spese di avere una persona fissa ad assisterle. Tutti questi elementi, sommati a congedi dal lavoro, tre giorni al mese anche frazionabili, ovviamente se tutto viene comprovato e documentato, formano delle verie e proprie corsie preferenziali per chi svolge la funzione di caregiver. Una scelta di civiltà e di dignità per supportare il familiare disabile