Tra le ipotesi al vaglio per la riforma delle pensioni c’è quota 102 a cui si aggiungerebbero delle agevolazioni per alcune categorie.
Attualmente il governo non sta nemmeno lavorando su una riforma pensionistica ed ha fatto capire che con la pandemia in corso e la necessità di formalizzare il Recovery Found entro fine mese, la discussione è rimandata a data da destinarsi. I mesi passano e i sindacati cominciano a pressare il governo per un intervento entro e non oltre la fine dell’anno in corso. La discussione verosimilmente si riaprirà a settembre-ottobre, periodo in cui solitamente si comincia a discutere della Legge di Bilancio per l’anno successivo.
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L’unica proposta al momento in piedi è quella di sostituire quota 100 con quota 102. La misura non piace all’Unione Europea e non convince nemmeno il PD, poiché come la precedente sperimentazione lascia scoperto il problema della sostenibilità di tale misura pensionistica. Nonostante i dubbi, vista la situazione di difficoltà in cui ci troviamo, quota 102 potrebbe essere una misura tampone, sostituita l’anno successivo con una riforma pensionistica vera e propria.
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Il suo funzionamento sarebbe identico a quello di quota 100, solo che invece di andare in pensione a 62 anni e 38 di contributi, ci si andrebbe a 64 e 38 di contributi. Tra le ipotesi emerse sinora, il governo potrebbe intervenire sulla misura inserendo delle agevolazioni che non penalizzino donne, caregivers e lavoratori precoci. Per quanto riguarda le donne potrebbe essere inserita una riduzione del periodo contributivo di 8 mesi per ogni figlio sino ai 24 mesi. Per le donne che hanno avuto tre figli, dunque, ci sarebbero 2 anni in meno di contributi da maturare.
Per quanto riguarda invece chi si prende cura di familiari con handicap, sarebbe inserito uno sconto di 1 anno dopo 5 anni di assistenza. Infine per i lavoratori precoci, chi ha maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, potrebbe essere raddoppiato i contributi dai 17 ai 19 anni potrebbero essere ritenuti doppi.