Quali attività commerciali resteranno aperte nelle regioni in zona rossa? Ecco la lista e le norme alle quali attenersi a partire dal prossimo lunedì.
Gran parte dell’Italia chiude i battenti dal prossimo lunedì: solo la Sardegna è in bianco e, a parte le regioni classificate (per ora) in fascia arancione, tutto il resto è in zona rossa. Naturalmente non tutte le attività si fermeranno: ecco la guida ai negozi che troveremo aperti.
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In zona rossa il principio generale è che i negozi restano chiusi. Fanno eccezione solo le attività considerate “essenziali”. Aperti quindi i negozi di generi alimentari e tabaccherie, edicole, farmacie, parafarmacie, lavanderie, ottici, profumerie, erboristerie, cartolerie, negozi di intimo e di biancheria per la casa, ferramenta. Aprono le serrande anche i negozi per bambini, dai giocattoli all’abbigliamento. Quanto ai mercati, continuano l’attività solo quelli che vendono esclusivamente generi alimentari. Chiusi invece barbieri, parrucchieri, centri estetici, negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Ma sono possibili consegne e montaggio di mobili e consegne di oggetti acquistati prima delle restrizioni. I centri commerciali restano chiusi nel week-end, ma anche dentro la settimana ci si dovrà abituare alle aree “sbarrate” con la dicitura “non vendibile” sui prodotti non essenziali.
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Per quanto riguarda bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, restano consentiti la consegna a domicilio senza limiti di orario e l’asporto fino alle 18 senza restrizioni e fino alle 22 per chi ha attività con cucina. Aperti invece autogrill, bar e ristoranti di ospedali e aeroporti. Per il mondo del commercio, ormai allo stremo, si prospetta uno scenario di “prognosi riservata”: 450mila imprese a rischio, con un destino incerto per 2 milioni di persone, dipendenti e non. A pagare il presso più altri sono bar, ristoranti, alberghi, parrucchieri, centri estetici, abbigliamento e ambulanti, attività culturali e di intrattenimento.
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