Il Gip, pur non ritenendo sufficienti le prove su molte delle denunce di violenza, non concede i domiciliari a Alberto Genovese.
Attualmente per il Gip che si sta occupando del caso, delle nuove otto violenze sessuali contestate a Genovese ci sono prove concrete e sufficienti solo per una, che si aggiunge a quella della modella 18enne che ha denunciato per prima. Di quella prima violenza denunciata, infatti, ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza di Terrazza Sentimento. In ogni caso tutto il materiale raccolto in questi mesi d’indagine conferma la strategia predatoria dell’uomo. Secondo il gip, dunque, è assodato che Genovese drogava le ragazze nel momento in cui non trovava qualcuna, bella e giovane, disposta a fare sesso estremo.
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Come detto in queste ore è stata ritenuta veritiera la denuncia di M., modella di 24 anni che ha denunciato Genovese per uno stupro subito ad Ibiza. La giovane si è presentata in questura poco dopo aver saputo che la diciottenne aveva denunciato l’imprenditore e prima che venisse arrestato. Ha raccontato di essere andata ad una delle feste di Genovese il 10 luglio e di essersi risvegliata a Villa Lolita (Ibiza). In quel luogo si sentiva sicura perché c’era anche la fidanzata dell’imprenditore, ma questa pare fosse coinvolta nelle violenze.
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Agli inquirenti ha dichiarato di avere avuto la netta sensazione di essere stata violentata mentre era incosciente perché era “drogata fino al midollo“. La giovane ha anche ammesso che sospettava che l’imprenditore fosse uno pericoloso, a cui piacevano le cose estreme, ma pensava lo facesse di nascosto, senza che la fidanzata lo sapesse. Testimoni presenti quel giorno a Villa Lolita hanno confermato che M. era in uno stato fisico pietoso il giorno dopo e che Alberto l’ha dovuta trasportare a braccio perché incapace di camminare sulle sue gambe.
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Attualmente dunque ci sono prove sufficienti e testimonianze convincenti solo per due delle nove denunce a carico di Genovese. Tanto è bastato al Gip per confermare la misura cautelare in carcere e negare all’accusato i domiciliari per disintossicarsi in clinica. Sull’imprenditore, infatti, il Gip ha espresso un parere molto duro, spiegando come a suo avviso il comportamento tenuto mostri un: “preoccupante maschilismo e un carattere prevaricatore, connotato da totale mancanza di rispetto verso il genere femminile”.