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Coronavirus, Spadafora è categorico: “Niente tifosi sugli spalti”

Il ministro dello Sport Spadafora chiude alla possibilità di vedere gli spalti degli stadi gremiti per questa stagione.

Il desiderio di tutti gli italiani è quello di poter tornare alla normalità, a fare ciò che più piace senza limitazioni. Questo obiettivo, però, è raggiungibile a piccoli passi e bisognerà ancora attendere. Questo è il messaggio di fondo che ha voluto dare il ministro dello Sport Spadafora per quanto riguarda la ripresa delle attività sportive entro la fine di gennaio. In molti, infatti, vorrebbero tornare a fare un attività sportiva in piscina o in palestra, e probabilmente, seppur con delle limitazioni, potrà tornare a farlo alla fine del prossimo mese.

Ospite di Agorà su Rai Tre, Spadafora ha voluto lanciare un messaggio di speranza, anche se è cosciente che è ancora presto per poter dire con assoluta certezza che gli obiettivi prefissati potranno essere raggiunto. Riguardo l’apertura delle attività, infatti, il ministro dello Sport ha dichiarato: “Sono convinto che i generale a fine gennaio l’attività sportiva, e anche l’attività sciistica, seppur con delle limitazioni, potranno riprendere”.

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Coronavirus, Spadafora chiude per il momento ai tifosi sugli spalti

Bisognerà dunque attendere i dati della curva epidemiologica prima di poter prendere una decisione in tal senso, nel frattempo il governo continuerà a fornire i ristori ai lavoratori colpiti dalle chiusure: “I ristori sono doverosi verso la montagna, a gennaio faremo un ulteriore decreto. Sicuramente finché terremo chiuse una serie di attività dovremo rispondere assolutamente con i ristori”.

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Meno ottimista è invece per quanto riguarda il ritorno del pubblico ai grandi eventi sportivi. Il problema in questo caso non è tanto la limitazione dei posti (meccanismo che potrebbe funzionare all’interno degli impianti per evitare i contagi), ma la gestione dei flussi: “Il tema che all’interno di uno stadio da 60mila posti non sia un problema averne 20mila è relativo, avere tutta questa gente che va nella stessa direzione nello stesso orario significa dover fare una serie di controlli, intensificare il sistema dei trasporti: significa gestire una macchina che in questo momento non è prioritaria”.

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Fabio

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