Secondo quanto emerso nelle ultime ore, le Regioni avrebbero chiesto al Governo di abolire i 21 indicatori e lasciarne solo 5.
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Per il momento, dunque, si resta con la prospettiva della divisione in zone anche per il mese di dicembre. Difficile che prima della data di scadenza del Dpcm attuale, qualche Regione riesca ad ottenere un cambio di fascia verso la zona di minor rischio. Se infatti è possibile passare da una zona di fascia a medio rischio ad una di rischio alto o massimo, il percorso inverso è più complesso. Secondo la strutturazione del sistema di lockdown a zone, infatti, c’è bisogno di un trend positivo incontrovertibile e costante per due settimane.
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Già ieri alcune Regioni sono andate in pressing sul Governo per chiedere il passaggio da zona rossa a zona arancione. La proposta è partita dalla Lombardia e dal Piemonte, ma il Ministero della Salute frena. Nelle scorse ore è stato anche richiesto che venissero aboliti i 21 indicatori utili a determinare il livello di rischio, così da snellire la procedura di divisione. La richiesta prevedeva che per prendere la decisione rimanessero soltanto cinque parametri: rapporto positivi-tamponi, Rt, tasso occupazione posti letto in terapia intensiva e quello nei reparti covid, numero e tipologia di figure professionali dedicate al contact tracing. La richiesta, tuttavia, è stata rispedita al mittente dal Ministro Speranza.