Il direttore del Tg di La7 è sicuro che se c’è da attribuire una colpa sulla andamento della seconda ondata bisogna darla a chi governa.
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Un’opinione che poi è stata supportata dai fatti. Sebbene l’Italia non abbia al momento istituito un lockdown come quello di marzo e aprile in tutte le regioni, nella maggior parte del Paese la situazione è decisamente simile. Ad oggi, infatti, sono solo 4 le regioni che non hanno restrizioni severe, visto che le altre 16 sono distribuite tra zone rosse e zone arancioni. Qualche giorno fa, il direttore del Tg di La 7 si è espresso nuovamente sulla pandemia, questa volta sulla gestione dell’emergenza: “Il virus non era morto, è andato in vacanza con noi e al ritorno è tornato a colpirci sulla strada verso il lavoro, verso la scuola, verso la casa. E lì, il sistema Italia, da Palazzo Chigi ai comuni passando per le regioni, si è improvvisamente scoperto impreparato e impreciso, diviso e balbettante”.
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A seguito di questo post duro sulle amministrazioni comunali, regionali e nazionali, Enrico Mentana è stato invitato ad esplicitare la sua posizione a ‘L’Aria che Tira‘. La conduttrice ne legge una parte e gli chiede il perché di quella posizione dura. Mentana risponde innanzitutto: “L’ho scritto, ovviamente, perché lo penso”, quindi spiega meglio la sua posizione: “Noi ci siamo dimenticati, come sistema Italia, che tutti gli esperti davano per certa una seconda ondata. La cosa più grave è questa cosa delle discoteche. Noi abbiamo preteso che i giovani restassero a casa da marzo. Quando si parla di scuole tutti pensano ai bambini… ma ci sono anche gli universitari. Milioni di studenti maggiorenni o quasi maggiorenni sono stati confinati in casa. Alla prima riapertura subito a criminalizzare la movida”.
Il discorso di Mentana punta a fare capire come la causa della seconda ondata non è stata certo la movida, ma un errore della gestione dell’emergenza in estate, momento in cui per cause naturali la diffusione è rallentata. In quel periodo, secondo Mentana, il governo nazionale, ma anche quelli regionali e comunali, si dovevano preparare all’ovvio aumento dei casi in autunno. Infatti dice: “Ora noi siamo passati come quelli che sono andati tutti in discoteca, ma il 99% degli italiani non è andato in discoteca“. Quindi conclude: “Ma veramente dobbiamo mettere la croce addosso alle discoteche e ai giovani? Che vengono identificati come gli untori? Quelli che sbagliavano erano coloro che dovevano decidere, a livello nazionale e regionale”.