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Elena Aubry, parla il ladro delle sue ceneri: “Ho 375 foto di ragazze morte”

Emergono le dichiarazioni del ladro delle ceneri di Elena Aubry, la motociclista morta a Roma nel 2018 in un incidente.

Elena Aubry a soli 26 anni ha perso la vita in un incidente stradale a causa delle tante buche presenti sulla via Ostiense di Roma. Ha perso il controllo della sua motocicletta ed è deceduta nel lontano 2018. La madre, Graziella Viviano, aveva denunciato poi l’assurdo.

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Dopo la sua morte, il sepolcro di Elena Aubry, dove erano contenute le sue ceneri, è stato aperto. Sua madre Graziella Viviano aveva denunciato l’evento: “Sono sparite le ceneri di Elena. Qualcuno le ha rubate“. L’uomo che le aveva rubate è stato identificato dopo poco tempo, ha 48 anni e si chiama Marco Canocchia il ladro che ha rubato le ceneri dal cimitero del Verano di Roma. Recentemente gli inquirenti hanno scoperto dei dettagli inquietanti sul caso: il necrofilo, infatti, annotava su un taccuino i dati delle tombe violate, con l’elenco delle foto sottratte dalle lapidi. I Carabinieri hanno individuato 375 profanazioni, con furto di altrettante immagini e cimeli.

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Le inquietanti confessioni del ladro necrofilo

Marco Canocchia ha fatto una confessione inquietante, sostenendo che: “Per me è come una droga, non riesco a fermarmi: devo rubarle“. Nel caso di Elena Aubry, però, l’uomo non si è solo impadronito dell’immagine presente sulla lapide, ma ha anche trafugato le ceneri della giovane. Dopo la denuncia fatta dalla madre, i Carabinieri sono stati in grado di identificarlo.

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Nel suo diario hanno scoperto persino la data precisa del furto delle ceneri: il 4 marzo 2020, poco prima del lockdown. “4.3.20 Presa Elena Aubr. Nata 28.10.1992 Morta 6.5.2018“, recita l’annotazione nel taccuino del necrofilo. L’elenco che è stato scoperto nella sua agenda delle depravazioni è molto lungo e contiene dati di giovani donne decedute anche da cinquant’anni. Il 48enne potrebbe finire in tribunale per le accuse di violazione di sepolcro, vilipendio di tomba, sottrazione e occultamento di cadavere per le ceneri di Aubry, ma anche della ricettazione delle centinaia di foto di ragazze decedute. Dietro alla sua macabra cleptomania non sembra essere presenta alcuna malattia mentale, così rivela la perizia psichiatrica. “Le immagini più belle le tenevo esposte, con le cornici. Per me erano sacre“, ha rivelato. Poi ha aggiunto: “Sceglievo giorni e orari e portavo, come escamotage, cibo per gatti tra le tombe“.

Alessandra Napoli

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