Le riprese di una telecamera di sicurezza mostrano il momento in cui uno stupratore seriale segue la sua prossima vittima in un market.
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Proprio il filmato, infatti, è stata una delle prove principali contro lo stupratore seriale che ha ucciso la ragazza 11 anni fa. Nelle scorse ore l’uomo, Aman Vyas, è stato incarcerato in seguito ad un processo a suo carico. Non solo un suo precedente datore di lavoro lo ha riconosciuto in quelle immagini, ma le tracce di DNA trovate sulla vittima sono corrispondenti a quelle lasciate dallo stesso in una bottiglia d’acqua lasciata sul posto di lavoro. Insomma le prove sembrano essere schiaccianti, adesso si attende che il giudice stabilisca la condanna.
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Le indagini sulla morte di Michelle sono state lunghe e complesse. La giovane, come detto sopra, è stata seguita dallo stupratore, il quale, una volta raggiunto il parco londinese, l’ha aggredita, ha abusato di lei e l’ha strangolata. Qualche passante intorno all’1:30 di quella notte ha avvertito le urla della donna, ma non ha chiamato la polizia. Gli agenti sono stati chiamati intorno alle 5, quando un uomo che stava portando a passeggio il cane ne ha trovato il cadavere.
Grazie all’interessamento di uno dei datori di lavoro dell’uomo, la polizia è riuscito a trovare una corrispondenza tra il DNA sulla donna e quello dell’uomo, il quale non era presente del database della polizia. Si è scoperto inoltre che lo stesso DNA era presente in altre due ragazze vittime di stupro e nei mesi successivi è stato collegato allo stupratore seriale un quarto caso. Fino allo scorso anno l’uomo è riuscito ad eludere la legge. Prima che lo identificassero, infatti, era tornato in India, il suo Paese d’origine. Il governo britannico ha ottenuto l’estradizione solamente nel 2019.