Continuano le proteste per la morte di George Floyd e contro le violenze della polizia negli Usa: i manifestanti ieri se la sono presa con le statue.
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La rabbia dei dimostranti ieri si è abbattuta sui simboli della nazione americana, ovvero quei personaggi storici che hanno contribuito alla costruzione degli Stati Uniti direttamente e indirettamente. L’atto simbolico dei manifestanti esprime in un altro modo la voglia e l’esigenza che alcune delle basi sulle quali si fonda attualmente la società americana vengano sradicate, per fare spazio ad una nuova realtà più equa e priva di discriminazioni.
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A Richmond, Virginia, la furia dei manifestanti si è abbattuta primariamente contro la statua dell’ex presidente degli Stati confederati d’America Thomas Jefferson Davis, che guidò gli stati del sud tra il 1861 ed il 1865. In questo caso l’abbattimento è altamente simbolico, visto che proprio Jefferson è stato l’unico presidente degli stati confederati durante la sanguinosa guerra di secessione americana. Gli Stati del Sud, infatti, si opposero a quelli del nord per mantenere i propri privilegi, tra i quali quelli di mantenere in vigore la schiavitù. Grazie alla manodopera degli schiavi afroamericani, infatti, i coltivatori del sud riuscivano a fare grandi profitti senza costi.
A Boston i manifestanti hanno decapitato la statua di Cristoforo Colombo. Anche in questo caso si tratta di un gesto altamente simbolico, visto che il marinaio genovese è colui che ha permesso la colonizzazione delle terre americane da parte degli europei. Anche a Richmond la statua di Colombo è stata vandalizzata: in alcuni scatti di vedono i manifestanti che sradicano il monumento e poi lo trascinano fino ad un lago per gettarla al suo interno.