Secondo gli psichiatri sarebbero circa un milione gli italiani affetti dalla “sindrome della capanna” che temono di tornare ad una vita normale.
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Si tratta in parole povere del timore di tornare alla normalità. I soggetti che ne soffrono, spaventati dalle conseguenze di un eventuale contagio, preferiscono rimanere in casa, un luogo che per il momento li ha tenuti al sicuro. Secondo la Società Italiana di Psichiatria, potrebbero circa un milione gli italiani che hanno sviluppato il timore del ritorno alla normalità.
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Intervistati da ‘Tgcom 24’, Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda – Presidenti del Sip – hanno spiegato: “Stiamo percependo un numero enorme di persone in difficoltà per la paura di affrontare la vita precedente, uscire di nuovo e lasciare la casa che è diventata un rifugio che li ha protetti e tenuti al sicuro dal coronavirus“. Una reazione che è normale dopo due mesi di quarantena e dopo aver vissuto una situazione stressante come questa, ma che bisogna cercare di affrontare.
Gli esperti infatti spiegano che questo timore potrebbe portare a delle conseguenze: “Ma se il disagio si protrae per più di tre settimane ed è acuito dall’incertezza verso il futuro, dalla preoccupazione per la situazione economica e per la precarietà del lavoro, in un caso su tre aumenta il rischio di sviluppare nel tempo veri e propri disturbi mentali, come la depressione maggiore, gli attacchi di panico e disturbi dell’adattamento”. Proprio per evitare simili conseguenze bisogna affrontare le proprie paure e qualora non riusciste a superare insonnia, frustrazione, ansia e irascibilità è meglio che vi rivolgiate ad un esperto.