Il presidente dell’Ordine dei medici di Varese, Roberto Stella, è morto nelle scorse ore a causa di un’insufficienza respiratoria causata dal Coronavirus.
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Il medico aveva contratto il Coronavirus e già da diversi giorni si trovava in condizioni di salute non ottimali. Era ricoverato in ospedale a causa di un’insufficienza respiratoria causata proprio dalla malattia che pare gli sia stata letale (le cause della morte verranno stabilite dall’ISS). Il primo a commentare il proprio cordoglio a livello nazionale è stato il ministro della Salute Roberto Speranza: “Voglio esprimere il mio cordoglio per la scomparsa di Roberto Stella. Era un medico e un punto di riferimento per la sanità italiana”.
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La notizia della tragica scomparsa di Stella si è diffusa rapidamente tra i colleghi e successivamente in tutta Italia. Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, ha commentato in questo modo: “E’ un giorno estremamente triste. Il coronavirus – anche se la causa dovrà essere stabilita dall’Istituto Superiore di Sanità, pare essere questa – si è portato via in pochi giorni un amico, un collega, un presidente sempre pronto a spendersi per gli altri, senza risparmiarsi. Per i suoi pazienti, per tutti i medici e gli odontoiatri dei quali curava la formazione. Purtroppo è arrivata la notizia che temevamo e che nessuno avrebbe voluto sentire: Roberto Stella, da qualche giorno ricoverato in rianimazione, non ce l’ha fatta”.
Parole di cordoglio arrivano anche dalla Fnomceo: “La Professione paga un tributo altissimo all’epidemia di Covid-19. La perdita dell’amico Roberto è incommensurabile. Il Servizio Sanitario Nazionale, la Medicina generale, la Fnomceo, l’Ordine e tutti gli iscritti perdono un professionista appassionato, pronto a mettersi a servizio dei colleghi; i suoi pazienti perdono, come detto nel ricordo del suo Ordine, un medico capace di curare e di prendersi cura senza limiti. Siamo vicini alla famiglia, cui ci stringiamo e offriamo, per tutto ciò che sarà possibile, il nostro supporto, e ai colleghi del Consiglio, che erano diventati per lui come una seconda famiglia”.