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Coronavirus Italia | la figlia della prima vittima | “Gli hanno negato il test”

La situazione Coronavirus Italia vede arrivare le parole di Vanessa Trevisan, figlia del 78 Adriano che è la prima vittima della malattia nel nostro Paese.

Situazione Coronavirus Italia parla la figlia di Adriano Trevisan la prima vittima del nostro Paese FOTO viagginews

Parla a ‘La Repubblica’ Vanessa Trevisan, figlia del 78enne Adriano, il primo morto ufficiale da Coronavirus in Italia. La donna, 45 anni, ricorda il papà che viveva a Vò Euganeo e spirato a causa della malattia. E come riportato dal sito yeslife, lo fa con una punta polemica. Il tutto mentre la Procura di Padova indaga sul decesso avvenuto in ospedale a Schiavonia, con già le cartelle cliniche a disposizione degli inquirenti. “Mio padre non era un numero. Era una persona. Era mio papà. Il nonno dei miei figli, Nicole e Leonardo”, riporta yeslife, riprendendo le paroledi Vanessa Trevisa a ‘La Repubblica’. dice non senza una certa punta di rabbia Vanessa a ‘La Repubblica’. Vanessa, ex sindaco di Vò fino alla scorsa primavera, si trova al momento in quarantena in casa con sua madre Linda. Entrambe sono risultate positive al Coronavirus ma versano in un buono stato di salute.

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Coronavirus Italia, la figlia di Trevisan: “Lui stava benissimo”

Di lui Vanessa dice: “Era pienamente autosufficiente, ipertattivo nonostante l’età. Guidava ed usciva da solo, con assoluta lucidità. In gioventù ha fondato con altri amici una ditta edile, contribuendo alla costruzione di mezza provincia di Padova. Amava molto la musica lirica. Da quando è andato in pensione però la sua vita si divideva tra la casa ed il bar a Vò. In ospedale gli hanno chiesto se sia stato all’estero. No ovviamente. Mi ha dato molto fastidio il fatto che ora si parli di lui come di una cifra. O di una persona vecchia, come gli altri morti da Coronavirus in Italia. La sua età non attenua certo il dolore per la sua scomparsa. Ed il nostro medico di base non ha voluto visitarlo di persona. Parlava di una semplice influenza”. Adesso indaga la Procura di Padova, che ha acquisito le cartelle cliniche di Adriano Trevisan.

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All’improvviso la malattia: “Impensabile che fosse Coronavirus”

“Già giovedì papà stava male”, dice sua figlia. “Presentava i classici sintomi della malattia, ma il dottore non è venuto per auscultargli i polmoni. Domenica allora l’abbiamo fatto ricoverare in ospedale a Schivonia. Non abbiamo mai pensato che potesse avere il Coronavirus, anche perché un medico ci aveva rassicurato. Ma il personale sanitario non capiva i motivi dell’infiammazione ai polmoni che non lo faceva respirare. Ci hanno chiesto se avesse la passione del giardinaggio o se fosse stato all’estero. Non capivano. E non ha potuto fare il test per il Covid-19 perché il protocollo lo prevedeva solo per i rimpatriati dalla Cina o per coloro che riscontravano contatti con soggetti a rischio. Impensabile un collegamento con il Coronavirus”.

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La figlia e la moglie di Trevisan restano in quarantena a casa

Poi una dottoressa è riuscita ad ottenere il permesso per procedere con il test specifico. “L’hanno fatto giovedì 20, ricevo una telefonata da mio fratello che mi informa e trovo nostro padre in Rianimazione in biocontenimento all’ospedale di Schiavonia. Quella sera stessa è morto. I medici hanno provato di tutto per salvarlo e meritano soltanto un grazie. Ora ben venga l’inchiesta della Procura. Ma mio padre è comunque morto e nessuno me lo riporterà indietro”.

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Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati.

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