Il Premio Nobel Fisica 2019 è stato assegnato all’autore di una tesi di laurea di metà anni ’90 ed al suo professore. Osservarono il primo pianeta alieno.
Il Premio Nobel Fisica 2019 è andato a Didier Queloz unitamente a colui che fu il suo relatore, Michel Mayor. Infatti è stata la tesi di laurea di Didier, presentata alla metà degli anni ’90, ad aver fruttato a lui ed al suo vecchio professore universitario l’ambito premio. Veniquattro anni fa entrambi pubblicarono i risultati delle loro strabilianti osservazioni in materia di cosmologia. Disciplina assai imparentata con fisica, astronomia ed altre materie deputate anche e soprattutto allo studio ed all’analisi dell’universo. Nel 1995 Didier Queloz e Michel Mayor osservarono la luce allo spettro di 51 Pegasi, una stella distante 48 anni luce dalla Terra.
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Si tratta di un astro ascrivibile nella categoria delle nane gialle, di dimensioni poco inferiori al nostro Sole. Il quale è invece di dimensioni medie, anche se nell’universo esistono stelle che, proprio rispetto al sole, risultano essere grandi anche migliaia e migliaia di volte. Dal telescopio installato a Saint-Michel, a 100 km di distanza da Marsiglia, l’allora studente Didier scoprì il primo esopianeta in assoluto mai osservato dall’uomo. Per esopianeta di intende un pianeta al di fuori del nostro Sistema Solare. Da allora poi ne sono stati avvistati a migliaia e migliaia. Ma quella fu la prova che la Terra e gli altri pianeti nostri ‘vicini di spazio’ non rappresentano una eccezione. Altrove nell’universo è pieno di molti altri sistemi stellari. Didiet ed il suo docente sfruttarono il metodo delle oscillazioni gravitazionali osservando 51 Pegasi.
Pur essendo molto più grande del suo pianeta infatti, la stella mostrava delle lievi oscillazioni la cui causa poteva essere ricondotta solamente alla presenza di un altro corpo celeste che interagiva con essa. Un pianeta, per l’appunto. La stella non ruota attorno ad un centro restando ferma. Lo fa invece intorno ad un centro in cui la sua forza di gravità e quella del pianeta confluiscono. Lo stesso accade con Plutone e con il suo satellite naturale più grande, Caronte: in questo caso il loro punto di convergenza gravitazionale è nello spazio, quasi a metà strada tra i due corpi, che ruotano l’uno attorno all’altro. Queste oscillazioni furono la prova inconfutabile della presenza di un esopianeta attorno a 51 Pegasi. Da allora poi la tecnologia ed i metodi sono migliorati moltissimo. Il Premio Nobel Fisica 2019 è stato poi assegnato ex aequo anche a Jim Peebles, che negli anni ’60 predisse la presenza del fondo di radiazione cosmica a microonde, unitamente all’ormai defunto collega Bob Dicke.