Raid razzista a Macerata, il 29enne Luca Traini condannato a 12 anni: ha agito per razzismo, secondo i giudici, processo con rito abbreviato.
Luca Traini, il giovane che fece fuoco contro persone di colore il 3 febbraio scorso, a Macerata, è stato condannato a 12 anni per strage con l’aggravante dell’odio razziale. Dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa e fatta a pezzi sempre nel capoluogo di provincia marchigiano, il 29enne – vicino all’ultra destra e candidato anche con la Lega Nord – andò in giro in auto per le strade del centro cittadino, colpendo a caso delle persone, soltanto perché di colore. Inoltre, aveva preso di mira alcuni locali, che considerava centrali di spaccio.
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“Volevo giustizia per Pamela”, ha detto oggi Luca Traini nelle dichiarazioni spontanee, poi ha chiesto scusa per il proprio gesto: “In carcere ho capito che il colore della pelle non c’entra”. Il ragazzo ha sostenuto ancora: “Non provo nessun odio razziale, chiedo scusa per i feriti, volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: pure la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti”.
Un atteggiamento diverso rispetto ai primi interrogatori, in cui Luca Traini sosteneva: “Io non rinnego niente”. La sentenza è arrivata pochi minuti fa: la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a 22 anni, somma di vari reati, diventati poi 12 con le attenuanti e un terzo di sconto della pena per il rito abbreviato. La difesa sosteneva la tesi che solo due fossero i tentati omicidi, mentre negli altri casi si doveva parlare al massimo di lesioni.
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