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Puglia, dopo l’alga tossica, arrivano i vermocani

Melendugno, Salento, Puglia

Come se non bastasse l’alga tossica, un’altra brutta presenza nello splendido mare pugliese rischia di rovinare le vacanze a migliaia di persone. E non solo le vacanze. Già perché il comparto legato al turismo è enorme ed un calo di presenze sarebbe un danno catastrofico.

Il mare Jonio è invaso non solo dall’alga tossica (qui le ultime notizie e le spiagge più a rischio) che dal Barese è scesa verso Otranto, ma anche dai vermocani. Si tratta di un polichete, lungo fino a 40 cm, presenza comune negli habitat rocciosi del mediterraneo, dotato di setole bianche su entrambi i lati del corpo che l’animale erige quando si sente minacciato. Le setole si attaccano al predatore conficcandosi nella pelle. Nel caso l’uomo inavvertitamente entra in contatto con un vermocane avverte un’immediata sensazione di bruciore (da cui il nome anche di “verme di fuoco”) poi edema ed eruzione papulare. Il tutto però poi si risolve senza troppe conseguenze.

Questo animale è quindi solitamente presente nel nostro mare, solo che il suo numero è esponenzialmente cresciuto nell’ultimo periodo.  L’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Area marina protetta “Porto Cesareo” studiano il fenomeno nel mare di Santa Caterina di Nardò. I vermocani prediligono le zone rocciose e sono stati avvistati: a nord di Torre Lapillo, poi  tra Sant’Isidoro e Lido Conchiglie, tra Mancaversa e Ugento e nella zona di Leuca.

In ogni caso entrare in contatto con questi animali non è grave, solo molto fastidioso. Più frequente è il rischio di entrare in contatto con il riccio di mare. E a proposito di ricci è consigliabile non mangiarli nelle zone dove è presente l’alga tossica, in quanto i ricci si nutrono principalmente proprio di alghe (qui le zone dell’alga tossica).

Autore: Claudia Colono

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