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Dimissioni Conte: domani ultimo CdM, voto o larghe intese

Ormai manca solo l’ufficialità, domani il premier Conte presenterà le dimissioni dopo l’ultimo CdM: la strada del voto o le larghe intese.

(FILIPPO MONTEFORTE/AFP via Getty Images)

Tanto tuonò che piovve: sembrava rimasta l’unica strada percorribile e alla fine quello che da giorni si aspettava dovrebbe avvenire nella giornata di domani, salvo giri di valzer e cambi di casacca in massa. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a quanto pare, domani 26 gennaio rassegnerà le dimissioni.

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Anche nel pomeriggio di oggi, tra tira e molla e presunti o supposti incontri con Mattarella al Quirinale, si era paventata come imminente l’ipotesi di dimissioni. Poi in serata fonti interne al governo l’hanno confermato. Il governo Conte bis è al capolinea e domani il premier andrà davvero al Colle con le dimissioni firmate.

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Conte verso le dimissioni: cosa accadrà domani

(ANDREW MEDICHINI/POOL/AFP via Getty Images)

Ancora in bilico la situazione: da una parte Movimento 5 Stelle e LeU insistono sulla necessità che una volta formalizzate le dimissioni si vada verso un Conte ter, che traghetti l’Italia fino alla fine della legislatura; dall’altra in pochi sembrano convinti che allargare il solco della maggioranza sia possibile. I capigruppo 5 Stelle alla Camera e al Senato scongiurano l’ipotesi del voto anticipato: “Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia”.

Unità e vicinanza a Conte viene espressa anche da gran parte del Partito Democratico in maniera netta, con Nicola Zingaretti che evidenzia la necessità che si dia vita a “un Governo autorevole, europeista e in grado di affrontare in problemi facendo un appello alla responsabilità a tutti”. Lo stesso Pd nega di aver chiesto a Conte di andare da Mattarella. Dall’altra parte, ci sono le opposizioni, che differenziano la loro linea tra chi punta al voto praticamente subito e chi – come Berlusconi – vede bene l’ipotesi del governo di unità nazionale. Ma assicura che non ci sarà alcun salvagente per Conte. Spiega l’ex premier: “L’implosione dell’attuale maggioranza sotto il peso delle sue contraddizioni è naturale conseguenza della sua origine improvvisata e contraddittoria”. Sul Conte ter, in pochi oltre ai tre principali partiti dell’attuale maggioranza, sembrano comunque disposti ad aprire trattative.

Gabriele M.

Giornalista pubblicista da novembre 2015, collabora con il sito ViaggiNews da marzo 2018 e in precedenza ha avuto esperienze in varie redazioni del gruppo Web365 srl.

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Gabriele M.