La Fondazione Gimbe avverte dell’aumento settimanale di casi e ricoveri e sottolinea come l’unico mezzo di contrasto sia il lockdown.
La situazione sanitaria dell’Italia al momento non è tranquillizzante e lo dimostrano anche i dati raccolti dalla Fondazione Gimbe sugli ultimi sette giorni. A comunicarli è stato il presidente della fondazione Nino Cartabellotta: “I dati confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in dieci Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva”.
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Più volte è stato sottolineato dal Ministero della Salute come le misure restrittive servono a maggior ragione in questo periodo in cui è iniziata la campagna vaccinale. Un nuovo picco di contagi potrebbe infatti inficiare l’ottimo lavoro finora svolto e ritardare l’avanzamento delle vaccinazioni. Anche dalla fondazione Gimbe sono concordi che attualmente il vaccino non può offrire garanzie per tutta la popolazione: “Non è una soluzione immediata”.
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D’altronde è logico pensarla così, visto che ci vorrà tempo prima di raggiungere numeri cospicui di vaccinati e che prima di ottenere gli effetti desiderati per ogni vaccinato c’è bisogno di attendere l’iniezione di richiamo a 20 giorni di distanza dalla prima. Appare chiaro, dunque, che attualmente l’unica soluzione per arginare la crescita dei contagi e le conseguenze che veicola rimane il lockdown.
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