L’esame post mortem sul sangue di Diego Maradona ha evidenziato che l’ex calciatore non aveva assunto droghe o alcol prima di morire.
Maradona, però, ha deciso di affittare una casa in prossimità della struttura ospedaliera, pagando medici e infermieri per monitorare le sue condizioni fisiche. Purtroppo quella mattina Diego ha accusato un malore e non c’è stato nulla da fare. La morte dell’ex stella del calcio mondiale ha lasciato dubbi e sospetti. La procura di Buenos Aires ha subito aperto un’inchiesta per appurare che non ci sia stata negligenza da parte dei medici e dunque che la morte non sia stata causata dalle mancate cure.
Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI
Il primo esame post mortem sulla salma di Diego Maradona ha evidenziato che la morte è stata causata dalla formazione di un edema polmonare dovuto ad un problema cardiaco. Il cuore già malandato di Diego ha ceduto, insomma. L’indagine serve ad appurare che questo arresto cardiaco non sia stato causato da un mancato controllo medico o dall’assunzione di sostanze dannose. Per quanto riguarda la prima ipotesi l’indagine non ha ancora dato risultati, mentre per la seconda sono giunti da qualche ora.
Leggi anche ->Maradona ipotesi suicidio: “Ci aveva provato una volta a Cuba”
L’esame del sangue ha evidenziato che nel corpo di Maradona non c’erano tracce di droga o alcol. Sono state invece trovate tracce di diversi medicinali. La Quietapina, un anti depressivo utilizzato per disturbi bipolari, la Venlafaxina, un medicinale utilizzato per contrastare gli attacchi di panico, il Levitiracetam, medicinale utilizzato per contrastare gli effetti dell’epilessia e ridurre le convulsioni. Infine il Ranitidine, medicinale utilizzato per il bruciore di stomaco.
Leggi anche ->Diego Maradona, svolta nelle indagini: la polizia indaga su un nuovo sospetto