Continuano le polemiche legate ai divieti di spostamento contenuti nel Dpcm Natale, in parlamento se ne discute: cosa può cambiare.
Si tratta di una misura che penalizza le famiglie che abitano in piccoli comuni. L’Italia è piena di realtà composte da tanti micro comuni da nemmeno 5mila abitanti che compongono la provincia di un grosso centro. Sebbene, dunque, queste persone abitino a pochi chilometri di distanza, sarà per loro vietato potersi incontrare nei giorni di festa, anche solo per una cena tra genitori e figli. Con il coprifuoco alle 22 e il divieto di spostamento nei giorni seguenti, infatti, chi non ha possibilità di ospitare i parenti in casa, dovrà accontentarsi di cenare da solo con chi vive nel proprio nucleo familiare.
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Cenare solo con i conviventi è la forte raccomandazione del governo che, nel caso dei piccoli Comuni, diventa un obbligo. Proprio la discriminazione che si è venuta a creare tra grossi e piccoli centri è ciò che ha generato il malumore di tantissimi italiani, i quali sperano che il divieto possa essere cambiato. Portavoce delle istanze di milioni di italiani si è fatto il governatore Piemontese Cirio, con una leggera inviata al Premier in cui si legge:
“Come sai, Presidente, il Piemonte è una regione in cui la presenza di comuni di piccole dimensioni demografiche rappresenta la stragrande maggioranza dei municipi, sono 1.046 infatti i Comuni nei quali la popolazione è al di sotto dei 5.000 abitanti. Comprenderai quindi quanto sia grande il sentimento di scoramento di moltissimi cittadini”.
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In Parlamento si parla della possibilità di modificare il divieto dai Comuni alle Province, un’ipotesi, però, che si scontra con la ferrea opposizione del ministro dei Trasporti e di quello della Sanità. Per quanto riguarda il ricongiungimento con il partner che vive in un’altra Regione o in altro Comune, il ricongiungimento è possibile nel primo caso prima del 20 dicembre, nel secondo caso entro il 24 dicembre o dopo Natale e Santo Stefano.
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