Quella notte la vittima è stata drogata, rinchiusa in una camera da letto mentre un bodyguard sorvegliava la porta, e violentata sessualmente mentre era in evidente stato di incoscienza. Le violenze ripetute sono andate avanti a lungo: la ragazza ha raccontato di essere stata anche ammanettata e legata, mentre gridava aiuto. Solo quando ha ripreso coscienza il giorno dopo è stata trasportata dal 118 alla clinica Mangiagalli di Milano, che ha confermato lo stupro. Le indagini hanno scoperto che in casa di Alberto Genovese c’erano diverse dosi di mdma, chetamina, 2CB, cocaina rosa e altre droghi molto potenti.
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