Covid: al sud la situazione degli ospedali è già preoccupante in Campania e Calabria. Stoppata l’assistenza per i problemi meno gravi.
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Si tratterebbe di una situazione drammatica che imporrebbe l’istituzione del lockdown generalizzato e che comporterebbe la mancata diagnosi di malattie gravi come cardiopatie e tumori. Ovviamente la mancata diagnosi e assistenza per malattie gravi come queste potrebbe acuire in maniera sensibile anche il numero di decessi durante il periodo in cui il Paese si trova nello scenario 4. Ieri sono giunti gli appelli del primario e dell’infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, mentre oggi leggiamo una disamina della situazione generale in Campania e Calabria.
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Per quanto riguarda la Campania, la domanda di posti letto cresce in maniera esponenziale e la regione comincia a fare fatica a far fronte alle necessità. A farlo presente è il capo dell’unità di Crisi per il Covid-19 in Campania, Antonio Postiglione, che ad ‘Ansa’ ha dichiarato: “Stiamo aprendo tutte le linee di assistenza per dare il servizio a tutti i cittadini. Stiamo cominciando ad ampliare l’offerta aprendo a convenzioni sul covid con gli ospedali privati accreditati e gli ospedali religiosi”. La situazione più grave sembra essere quella del casertano. Nel capoluogo campano è sceso in campo l’esercito con un laboratorio mobile in cui fare i tamponi. Soluzione d’emergenza per alleggerire il carico negli ospedali.
In Calabria è stato necessario interrompere le prestazioni ambulatoriali per le prestazioni specialistiche con priorità differibile o programmata. Lo ha deciso il governatore facente funzione Nino Spirlì, con un’ordinanza che entrerà in vigore il prossimo 31 ottobre e rimarrà valida almeno fino al prossimo 24 novembre. Ovviamente sono state fatte salve dalla sospensione le attività oncologiche e chemioterapiche, quelle di assistenza alle gravidanze a rischio e i follow up indifferibili.