Continuano le proteste dei cittadini per il dpcm sul Covid che impone la chiusura degli esercizi alle 18. Scene di guerriglia a Torino e Milano.
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In alcuni casi si è trattato di manifestazioni di commercianti e proprietari d’azienda regolarmente autorizzate e pacifiche. Questi, infatti, hanno necessità di fare sentire la propria voce in un momento storico complicato in cui le chiusure rischiano di farli fallire sommersi dai debiti. In altri, però, si è trattato di proteste violente, che poco hanno a che fare con il diritto di manifestare.
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Ieri sera a Milano i manifestanti sono scesi con l’intento manifestare con violenza la propria rabbia. I protestanti hanno dato inizio ad un lancio di molotov, pietre, petardi e bottiglie a cui la polizia ha risposto con cariche e lancio di lacrimogeni per fare disperdere i presenti e placare la protesta. Come nel caso di Napoli, sabato sera, tra chi manifestava c’erano persone a volto coperto e armati di catene, il cui intento era quello di creare scompiglio.
Atti vandalici anche a Torino, dove ieri notte ci sono stati scontri e sono state distrutte le vetrine di tutti i negozi del centro storico. Si stima che i danni arrecati si attestino sulle migliaia di euro. A seguito degli scontri sono state fermate due persone a Milano e ben 10 a Torino. Niente scontri ma fumogeni e petardi a Viareggio durante la manifestazione dei gestori di palestre e piscine. Decine di esplosioni di bombe carta sono state avvertite a Palermo e Catania durante le manifestazioni che hanno avuto luogo la mattina.
Anche a Napoli sono andate in scena delle proteste, questa volta in forma pacifica e autorizzata. Un migliaio di persone sono scese in strada a partire dalle ore 18 (quella della chiusura obbligata) in segno di protesta per una decisione che penalizza la categoria dei ristoratori.