La giovanissima Veronica è morta durante una gita in montagna con i genitori e la sorella gemella: avrebbe compiuto 18 anni tra poco.
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In programma c’era un percorso montano affrontato con i genitori e la sorella Silvia decine di volte. La famiglia si stava recando al lago di Aviolo, sito a 1930 metri di altezza al termine del percorso 21 dell‘Alta Valcamonica. Si tratta di un percorso semplice che possono portare a termine anche dei bambini. Insomma tutto lasciava supporre che si sarebbe trattato di un giorno sereno, di un’altro ricordo da aggiungere a quelli in famiglia.
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Durante la salita accade qualcosa di impensabile, Veronica perde l’equilibrio e precipita. Per la ragazza non c’è nulla da fare e per i suoi cari non resta che piangerne la morte. La madre non sa cosa sia esattamente successo: “Ho sentito un rumore, mi sono voltata e lei era già volata giù, strano che non abbia nemmeno urlato. Magari ha avuto un malore, magari è inciampata, è scivolata, vai a saperlo…”.
Quel giorno stesso la loro casa si riempe di amici e parenti giunti a dare l’estremo saluto alla giovane e portare i propri omaggi e le proprie condoglianze alla famiglia. Il padre di Veronica non riesce a capacitarsi, ripete di continuo: “era dietro di noi, a un certo punto è caduta…”. La sorella è distrutta e si chiede come farà senza quella sorella con cui aveva condiviso tutto. La madre, di professione psicologa, sa che una volta seppellita la figlia arriverà il periodo più duro: “In teoria so cosa aspettarmi a questo punto e in questa situazione. Non le so dire se sono spaventata da ciò che vivrò dopo, quando questi giorni di caos e di abbracci saranno finiti. Ma so che se ho potuto io condividere il dolore degli altri che si affidavano a me, e aiutarli, allora posso affidarmi anch’io agli altri e farmi accudire”.