Un ragazzo residente a Bassano del Grappa si trova chiuso in casa da 41 giorni a causa della positività del coinquilino ma non gli è stato fatto un tampone.
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A raccontare la situazione è stato Angelo, dipendente pubblico raggiunto da ‘Fanpage.it‘ al quale ha spiegato: “Siamo stati abbandonati, ci sentiamo come se fossimo sepolti vivi in casa. Io sono in un limbo, perché a me il tampone ancora non è stato effettuato nonostante le continue richieste scritte e telefoniche. Non mi è stato detto se posso uscire, se posso tornare a lavoro: siamo soli e lontani dalle nostre famiglie”.
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Se per il coinquilino positivo ci sono controlli giornalieri per capire se la malattia si evolve e sia necessario il ricovero, per gli altri due le chiamate dei medici sono durante 10 giorni, nei restanti 31 non c’è stato più nessun contatto. Adesso il ragazzo vorrebbe sapere se può uscire di casa e andare a lavorare, ma senza che gli venga effettuato il tampone non può farlo. L’altro coinquilino ha effettuato il test, ma solo perché dopo 15 giorni di isolamento fiduciario ha pensato di poter uscire di casa. Per fortuna l’esito del tampone è stato negativo.
All’ansia e allo stress di dover rimanere in casa senza sapere se è affetto da Covid-19, il giovane presto si troverà in difficoltà economica per via dello stipendio dimezzato: “Ad oggi, per giustificare la mia assenza a lavoro, essendo un dipendente pubblico; secondo il decreto Cura Italia sono equiparato ad una persona ricoverata in ospedale e dunque sono in malattia, percependo il 100% dello stipendio il primo mese e il 50% il secondo”. Spiega Angelo che in seguito aggiunge: “Non sono malato o quantomeno non c’è stata alcuna accertazione sanitaria a riguardo. Siamo stati abbandonati senza alcuna forma di assistenza, neanche di tipo psicologico, e nessuno mi ha detto se posso uscire o andare a lavoro. La situazione è paradossale, siamo disorientati, confusi e rassegnati”.