Il medico veneto Giampiero Giron ha dato la sua disponibilità a tornare in corsia per aiutare i colleghi in difficoltà contro il Coronavirus.
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Quando si sentono definiti “Eroi“, i medici si sminuiscono e spiegano che quello che fanno fa parte del loro lavoro. Forse tale sostantivo può suonare retorico, ma come altro chiamare delle persone che antepongono alla propria salute e ai propri affetti la salvaguardia degli altri. L’attaccamento a quel giuramento, a quel lavoro è quantomeno encomiabile. Lo dimostra la storia di Giampiero Giron, 85enne anestesista veneto che ha accettato di tornare in corsia per dare una mano ai colleghi.
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Intervistato dal ‘Corriere del Veneto‘, il medico in pensione ha spiegato al giornale che ritiene un dovere dare una mano in un periodo complicato. L’anestesista ha spiegato di aver ricevuto una richiesta da alcuni colleghi e di aver risposto subito presente: “Un paio di settimane fa mi ha telefonato un primario padovano chiedendomi se, all’occorrenza, la Sanità pubblica potrà contare sulla mia esperienza. Da quel giorno vivo con il telefonino sempre a portata di mano”.
Sulle motivazioni che lo hanno portato a rispondere senza il minimo ripensamento, Giron non usa troppi giri di parole: “Lo ritengo un dovere: a prescindere dall’età, in questa fase i medici possono fare la differenza. Anche se il mio giuramento di Ippocrate risale ormai a tanto tempo fa, non ha scadenza”. Su chi, al contrario di lui, non dovesse sentirsela, il medico spiega: “Non giudico chi la pensa diversamente. Una cosa, alla mia età, l’ho capita: non c’è nulla di peggio che costringere qualcuno che non ne ha voglia a entrare in una sala operatoria”.