Una donna non riesce a controllare i propri sfrenati impulsi di shopping compulsivo, e dopo avere dilapidato una fortuna serve un intervento drastico.
Lo shopping compulsivo è valso una condanna singolare per una donna di 49 anni originaria di Pavia. In pochissimo tempo questa persona, che non ha saputo controllare i propri istinti cara di credito alla mano, ha dilapidato una fortuna.
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Con ben 30mila euro la signora si è portata a casa decine e decine di costosissimi abiti firmti, tra vestiti, borse e scarpe. Le è bastato qualche giorno, in base a quanto si apprende. Ma per chi è stato chiamato a giudicarla ci sono tutti i crismi per riscontrare una evidente debolezza patologica, di quelle potenzialmente distruttive del benessere di una famiglia. I suoi parenti le avrebbero provate tutte per persuaderla a controllarsi. Ma niente, la donna si concedeva sfrenate sessioni di shopping compulsivo nelle località più in della Lombardia, in particolare Milano, e di altre zone d’Italia.
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Gli acquisti selvaggi avvenivano anche a dispetto della stabilità economica. Tempo poche altre settimane e la donna sarebbe inevitabilmente finita sul lastrico. Così il Tribunale di Pavia le ha affibbiato un amministratore di sostegno, togliendole al contempo la facoltà di utilizzare carte di credito, bancomat e simili. Una scelta motivata anche da delle perizie fornite in questo senso da una psicologa e da uno psichiatra. La speranza ora è che questa inclinazione allo shopping compulsivo possa attenuarsi, fino a sparire del tutto.