La dinamica dell’incidente che ha causato la morte del 19enne Antonio Malandrino è ancora al vaglio delle autorità. Secondo una prima ricostruzione, il portiere del Rosolini, squadra di calcio siciliana che milita in Eccellenza, su trovava a bordo dell’auto di un amico (20 anni), una Fiat 500. I due giovani erano in compagnia di un terzo amico, un ragazzo di 23 anni, e stavano facendo ritorno da una serata in discoteca. Durante il tragitto, per cause ancora in via di accertamento, il ragazzo alla guida ha perso il controllo del mezzo e si è andato a schiantare contro un muretto.
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L’impatto del veicolo sul muretto è stato molto violento. Ad avere la peggio è stato proprio Antonio che, secondo quanto asserito dalle autorità, sarebbe morto sul colpo. Gravissimi anche gli altri due occupanti dell’auto. Dopo un primo soccorso sul luogo del sinistro, i due giovani sono stati portati in codice rosso all’ospedale ‘Di Maria’ di Avola. Qui si trovano tutt’ora ricoverati in terapia intensiva e con prognosi riservata.
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Nato in provincia di Siracusa, Antonio aveva 19 anni e sin da quando era piccolo sognava di diventare un calciatore professionista. Il suo sogno era diventato in parte realtà, visto che dall’inizio di questa stagione aveva cominciato a giocare tra i “grandi” nel campionato di Eccellenza. Non si trattava ancora di un campionato professionistico, ma chi l’ha visto all’opera lo riteneva in grado di sfondare.
Dopo la sua morte sono stati numerosi i messaggi di cordoglio apparsi sulla pagina Facebook. Decisamente toccante quello di una donna nel quale si legge: “Non ti conosco caro ragazzo, ma da mamma sono vicino alla tua famiglia. Oggi leggendo questa tragica notizia, il cuore di mamma si è fermato. R.i.p grande portiere e, da lassù, prega per i tuoi amici che in questo momento stanno lottando per la vita”.