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Categoria News

Milano, sciopero dei mezzi il 28 e 29 novembre: città in tilt

Giovedì tram, bus e metro a rischio dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio, mentre venerdì scatta lo sciopero Usb nel settore ferroviario. 

Alla vigilia del nuovo sciopero di 24 ore proclamato dalla Confederazione unitaria di base Trasporti l’agitazione e la preoccupazione sono altissime su tutti i fronti. “Serve una svolta, è ora di parlare anche del diritto a muoversi dei cittadini. Bisogna affrontare in modo costruttivo il tema degli scioperi rivedendo le norme e aggiornandole alle attuali esigenze di mobilità delle città”, dichiara Arrigo Giana, presidente di Agens (Agenzia confederale dei trasporti e servizi) e direttore generale di Atm (Azienda trasporti milanesi). A Milano è previsto lo stop dei mezzi dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio. “La priorità – aggiunge Giana – è certamente continuare a garantire il diritto legittimo di scioperare ma allo stesso tempo tutelare anche gli spostamenti di milioni di cittadini che ogni giorno usano il trasporto pubblico per andare al lavoro, a scuola o per raggiungere strutture ospedaliere”.

Ancora Giana sottolinea che “il tema della rappresentanza sindacale è cruciale: le aziende non possono essere ostaggio di minoranze che non hanno rappresentatività nel settore, ma hanno il potere di paralizzare le città. Per questo come associazione di categoria stiamo lavorando a una proposta di legge che prevede la proclamazione dello sciopero solo da parte di sindacati che hanno una rappresentatività congrua tra i lavoratori. Se così fosse, le componenti sindacali che raccolgono più consenso sarebbero anche più legittimate”. “Altro tema di riflessione – prosegue il dg di Atm – è la modalità di informazione. Le aziende per legge sono tenute a dare larga diffusione di uno sciopero ai cittadini almeno cinque giorni prima ma non hanno alcuna possibilità di informare la clientela sulle possibili reali ricadute”.

Così, “quello che chiediamo è quindi di introdurre un obbligo individuale di comunicare all’azienda l’adesione almeno il giorno prima. Questo permetterebbe di dare informazioni e orientare così le scelte alternative, o meno, dell’utenza. Stabilire una regola in questo senso mi sembra una proposta di buon senso e di convivenza civile, perché se da un lato è sacrosanto il diritto di scioperare, dall’altro lo è anche quello dei cittadini di poter organizzare i propri spostamenti, il proprio lavoro e la propria vita”.

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Timori e preoccupazioni in vista del nuovo sciopero

Trenord, per bocca del proprio Amministratore delegato Marco Piuri, dichiara di essere “in sintonia con quanto affermato da Arrigo Giana”, sottolineando “l’urgente necessità di un riordino normativo in materia di sciopero nel contesto dei servizi essenziali”. Secondo Piuri, che è anche direttore generale del gruppo Fnm, “lo sciopero, strumento di dialettica tra lavoratori e azienda, deve ricadere il meno possibile sulle persone che usufruiscono dei servizi di trasporto”. Nello specifico, bisogna ripensare alla legittimità di scioperi proclamati da piccole sigle e occorre che il lavoratore avverta per tempo l’azienda della propria adesione all’eventuale mobilitazione.

“Servono regole condivise sulla effettiva rappresentatività in azienda del soggetto che proclama lo sciopero”, afferma Piuri, perché “sparute minoranze, come spesso accade, non possono generare tanta incertezza nei cittadini e sui gestori servizi”. Allo stesso modo “occorre che sia riconosciuto l’obbligo individuale di comunicazione preventiva da parte di chi intende aderire al pari dell’obbligo che le aziende hanno di informare i cittadini sul servizio effettivo di cui potranno usufruire, senza correre il rischio che lo sciopero da diritto si trasformi in una sorta di imboscata sociale”.

EDS

 

Enrico

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