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Vedova di carabiniere scrive a Eliana Frontini: il messaggio choc per la prof di Novara

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Una vedova di un carabiniere ha scritto una lettera aperta alla collega Eliana Frontini in cui le spiega perché le sue parole sono state offensive.

Gli ultimi sette giorno sono stati un inferno per Eliana Frontini, docente di Novara dal cui profilo è stato inviato un commento offensivo nei confronti del carabiniere ucciso a Roma. In questo si leggeva che nessuno avrebbe sentito la mancanza di Mario Cerciello Rega, frase che ha fatto infuriare milioni di italiani e che è stata seguita da una serie di insulti e commenti di odio nei suoi confronti. Il commento ha portato anche a delle ripercussioni professionali, visto che la docente è stata sospesa dal suo incarico. Dopo aver chiesto pubblicamente scusa, l’insegnante ha spiegato che quel commento non è stato scritto da lei e che il responsabile si è già assunto la colpa di quelle parole.

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Vedova di carabiniere scrive a Eliana Frontini

In questi giorni un’insegnante di Marcianise, vedova anche lei di un carabiniere, si è sentita in obbligo di scrivere una lettera alla collega in cui le spiega per quale motivo le sue parole hanno offeso molte persone. La lettera comincia con una doverosa presentazione ed una spiegazione del perché le si sta rivolgendo direttamente: “Cara Eliana Frontini, Le scrivo in quanto Vedova di un Maresciallo dei Carabinieri caduto nell’adempimento del proprio Dovere, all’età di 34 anni, ma anche in qualità di Insegnante”.

A questo punto le dice: “Se le scioccanti dichiarazioni rese per la morte del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega Lei le avesse pronunciate anche quel 4 febbraio 1995, un ipotetico ‘Tre di meno! Non ne sentiremo la mancanza’, me lo avrebbe fatto morire due volte, il mio Rino. Lei certamente non ne sentirà la mancanza, ma io, i miei figli, le intere famiglie dei tre giovani Carabinieri che, in una fredda notte, stavano tutelando il nostro Stato contro la produzione di milioni di dollari falsi, noi sì, quella mancanza l’abbiamo sentita e continuiamo a soffrirla, perché, nonostante siano trascorsi 25 anni, nulla e nessuno potrà mai colmare il vuoto di una perdita così grave”.

La donna spiega inoltre che quelle parole non solo sono un’offesa alla memoria di questi uomini che ogni giorno rischiano la vita per assicurare agli altri di viverla in maniera serena, ma anche un modo di sminuire il dolore che parenti e amici provano per una mancanza così grande e un cattivo esempio per gli studenti delle sue classi. Quindi conclude dicendole che le scuse non bastano per rimediare al danno educativo che un simile messaggio ha fornito ai giovani di cui lei è insegnante.

Fabio

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