Matteo Salvini sotto attacco: neonazisti progettavano un attentato contro di lui, lo ha rivelato lo stesso vicepresidente del Consiglio a Genova.
Le minacce al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sono ormai all’ordine del giorno: spesso si tratta di parole offensive scritte sui muri, ma in alcuni casi sono stati addirittura intercettati proiettili a lui indirizzati. Quello che invece sta emergendo in queste ore è invece alquanto sconcertante. Sembra infatti che un gruppo neonazista, con collegamenti con l’Ucraina e con il Qatar, stesse progettando un attentato alla vita del vicepremier, con tanto di missile.
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Di ieri la notizia dell’arsenale sequestrato a un gruppo paramilitare di estrema destra durante il blitz ieri in varie città del Nord Italia da parte della Polizia di Stato. Il gruppo terrorista aveva addirittura in dotazione un missile: le immagini hanno fatto il giro del Paese e hanno destato sconcerto. Si scopre oggi che quel missile era ‘indirizzato‘ a Matteo Salvini. Lo rende noto lo stesso vicepremier, a Genova: “Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che attentava alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente. Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini, ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filonazisti. E sono contento quando beccano filo-nazisti, filo-comunisti o filo chiunque”.
Già nelle scorse ore, la stampa locale piemontese aveva parlato di una fonte confidenziale che avrebbe rivelato alla Procura di Torino che dietro il gruppo paramilitare e l’arsenale sequestrato, compreso il missile aria-aria dell’esercito del Qatar, si nascondeva la volontà di colpire il vicepremier. Le indagini stanno evidenziando una saldatura tra estrema destra italiana e milizie anti-russe in Ucraina. Le due formazioni avrebbero avuto l’intenzione di preparare un attentato di matrice politica, che avrebbe dovuto colpire Matteo Salvini, accusato di avere posizioni fin troppo vicine a quelle di Vladimir Putin.