I dati raccolti dal Dipartimento malattie infettive ad inizio dicembre avevano mostrato un andamento della stagione influenzale pari alle aspettative e quasi perfettamente corrispondente a quello dell’anno passato. Nell’analizzare i dati, gli esperti avevano dunque previsto che la fase epidemica della stagione influenzale sarebbe cominciata a ridosso di Natale e che il picco dei contagi si sarebbe verificato nei primi giorni di gennaio.
Gli ultimi dati raccolti e diffusi tramite Influnet, quelli relativi alla settimana precedente al Natale, smentiscono in parte la precedente previsione. I casi registrati nell’ultima settimana considerata sono infatti 225.000 che sommati a quelli delle settimane precedenti portano ad un totale di 1,5 milioni di italiani contagiati. La media è di 3,7 casi su mille assistiti e la categoria più colpita sono i bambini di età inferiore ai 5 anni: in questa fascia d’età il rapporto casi/pazienti sale a 11,1 su mille e ci si avvicina alla soglia massima calcolata di 12,9 su mille.
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Intervistato da ‘Tgcom 24’, il direttore del Dipartimento malattie infettive Gianni Rezza ha spiegato che pur essendo entrati nella fase epidemica, l’andamento dei casi sta andando a rilento e che il picco atteso per i primi di gennaio potrebbe verificarsi più in là: “Se negli ultimi due anni si è registrato in anticipo agli inizi di gennaio, quest’anno arriverà probabilmente tra fine gennaio e inizi febbraio. Cruciali saranno però le prossime settimane con la riapertura delle scuole”. L’esperto spiega anche che non esistendo dati sufficienti non è possibile stabilire con certezza se questo andamento a rilento sia dovuto alle vaccinazioni o ad altri fattori.
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