Si è spento ieri nella clinica in cui era ricoverato Mario Sarzanini, storico giornalista dell’Ansa, specializzato in cronaca giudiziaria.
Con la morte di Sarzanini se ne va un pezzo della storia del giornalismo romano e di quello italiano. Professionista serio e infaticabile, viveva per il giornalismo, una passione così grande da aver offuscato tutto il resto e da aver riempito tutta la sua vita. L’amore che provava per la professione che ne ha accompagnato la vita era tale da averla trasmessa ai suoi figli: Fiorenza è diventata di recente il vicedirettore del Corriere della Sera, Roberta svolge l’attività di ufficio stampa per società, aziende e liberi professionisti, mentre Enrico è giornalista e conduttore per Rds.
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Nato a Genova il 29 aprile del 1934, Mario Sarzanini ha deciso di fare il giornalista sin da giovanissimo e dopo aver fatto un periodo di gavetta a Milano è diventato giornalista dell’Ansa, agenzia di stampa nel quale è rimasto per 40 anni. Qui, nella sede di Roma, è stato incaricato di occuparsi della cronaca giudiziaria. Un compito che ha svolto nel migliore dei modi e grazie al quale è diventato un punto di riferimento per colleghi, avvocati, cancellieri e magistrati.
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Conosciuto e stimato da tutti al Palazzo di Giustizia, Sarzanini era in grado di ottenere le notizie prima di tutti e nei suoi decenni di carriera ha instradato decine di colleghi, insegnando loro a muoversi nell’ambiente giudiziario e confidando solo a chi riteneva meritevole di fiducia, segreti e fonti. Era sempre il primo a presentarsi in ufficio e l’ultimo ad andarsene. Negli anni ha collaborato anche con una decina di giornali, con telegiornali e programmi televisivi.