Dall’indice Rt che si utilizza in Italia alla differenza con Rdt usato in Germania: ecco le novità e il metodo diverso
L’emergenza Coronavirus è presente ancora molto sul territorio italiano e non solo. Stessa cosa per Francia e Germania, che utilizza diversamente un indice un po’ diverso chiamato RDt rispetto a quello Rt usato in Italia. Con l’RDt si indica l’Indice di replicazione diagnostica a lag differenti, ossia ci fa capire la percentuale di diagnosi di positività che vengono notificate dopo un certo intervallo di tempo (lag) dalle precedenti diagnosi già notificate. L’indice RDt , che può essere calcolato a vari lag, viene ora calcolato ai lag 3, 4, 5 , 6, ma anche a lag differenti. Questa soluzione è più formativa invece di calcolare un unico indice come media degli effetti di replicazione ad intervalli differenti come viene fatto da varie altre fonti.
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L’Rt ci dice quante persone possono essere contagiate da una sola persona in media e in un certo periodo di tempo in relazione: in poche parole ci spiega il tasso di contagiosità. Facendo un esempio molto concreto, se l’Rt è 2 significa che ogni contagiato in un determinato tempo, può contagiare anche due persone e queste, a loro volta, altre due. Ma come viene calcolato? L’Rt viene calcolato solo sulle persone che presentano sintomi, ossia pazienti in ospedale o rimasti a casa, che hanno sintomi per Covid. Gli asintomatici non vengono presi in esame anche se sono a volte anche molti.