Sono ancora impresse nella mente di tutti le immagini della spaventosa esplosione che ha devastato il centro di Beirut. Una coltre di fumo si è innalzata in cielo formando un fungo alto chilometri che è esploso disperdendosi sopra tutta la Capitale libanese. Successivamente un gigantesco incendio ha continuato a divampare nella zona del porto. Oltre alle zone limitrofe all’esplosione, anche quelle distanti sono state danneggiate dalla violenta onda d’urto generatasi in seguito.
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La prima ipotesi, quella che è stata confermata dalle fonti ufficiali, è che un incendio è divampato all’interno di un magazzino in cui erano stipate 2800 tonnellate di nitrato d’ammonio sequestrato nel 2014. La tesi, dunque, è che si sia trattato di un incidente ed il governo libanese sta indagato sui responsabili di quella che è stata definita come la più grande catastrofe della storia della città. Dagli Stati Uniti, intanto, arriva l’ipotesi di un possibile attacco terroristico e dunque dell’inizio doloso dell’incendio all’interno del magazzino.
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Si acuisce già stamane il bilancio della terrificante esplosione: sono già 100 le vittime accertate e 4000 i feriti. I Vigili del fuoco lavorano alacremente sul sito dell’esplosione per cercare ulteriori persone da salvare che potrebbero essere rimaste sepolte sotto le macerie. Intanto le autorità invitano la cittadinanza a stare fuori dalle strade e se possibile a lasciare la città.
L’aria, infatti, è altamente tossica per via del nitrato d’ammonio. Il ministro della Salute Hamad ha infatti dichiarato: “Chi può lasci la città, ci sono materiali pericolosi sprigionatisi nell’aria dopo le deflagrazioni che potrebbero avere effetti a lungo termine mortali”.