Nell’ultima udienza del processo a suo carico, l’ex presentatore televisivo ammette di aver commesso abusi ai danni di bambini per 30 anni.
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Diventato pastore della comunità di Gwynned, Thomas si è guadagnato la fiducia dei parrocchiani. I genitori dunque non avevano problemi a lasciargli i loro figli, convinti di potersi fidare del religioso. Nessuno infatti poteva sospettare che l’uomo aveva cominciato a perpetrare molestie sessuali ai danni dei bambini sin dal 1990 e che quel ruolo gli permetteva di nascondere gli orrori compiuti pur rimanendo in vista.
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In seguito alle prime denunce arrivate, gli agenti hanno investigato a lungo per cercare altre possibili vittime del pastore. Grazie all’indagine sono state scoperte 40 vittime, le quali hanno tutte testimoniato nel processo contro l’ex presentatore della BBC. Durante l’ultima udienza il pastore ha ammesso di aver commesso abusi sessuali ai danni di minori sin dal 1990. Confessare i reati a quel punto era una mossa inevitabile, nella speranza che questo possa permettergli di avere uno sconto di pena.
Il quantitativo di reati commessi ed il fatto che abbia abusato del suo ruolo nella società per perpetrare le molestie ai danni dei bambini, però, sono fattori che portano ad una pena corposa. La pubblica accusa ha richiesto una condanna a 30 anni di carcere e la corte di Mold deciderà a riguardo il prossimo 18 agosto. Proprio su questa breccia nella fiducia della comunità ha insistito molto il procuratore distrettuale Lynne Willsher: “I crimini di Ben Thomas comprendono seri abusi sessuali ai danni di giovani vulnerabili da parte di un pastore. Si tratta di un doloroso strappo nella fiducia riposta in lui dalle vittime e dalle loro famiglie, e non posso nemmeno immaginare l’impatto che ha avuto su di loro la rivelazione di questi crimini”.