Intervistato sulla possibilità che il Coronavirus venga ucciso dal caldo, Giovanni Rezza dell’Iss si è mostrato decisamente scettico.
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Ipotesi, questa, che dal comitato tecnico-scientifico non è mai stata presa in considerazione, poiché al momento, proprio perché nessuno conosce a fondo il Covid-19, non può essere certa. Lo ha ribadito ancora una volta il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, durante la trasmissione di approfondimento di Rai Tre ‘Agorà‘.
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Interrogato su una simile possibilità, l’esperto ha risposto: “Se ci sono colleghi stimati che
hanno dono della preveggenza, benissimo. Se morirà a giugno faremo una grande festa”. Insomma non c’è alcuna possibilità di sapere con certezza se sia realmente così. Lo stesso Rezza aggiunge: “Anche io vorrei che scomparisse ma non credo questo sogno possa realizzarsi molto presto. Dobbiamo quindi raddoppiare, triplicare gli sforzi per arginarne la diffusione”.
La fase 2 al contrario sarà caratterizzata da un’atmosfera di apprensione, visto che c’è il rischio concreto che il contagio possa nuovamente sfuggire dal controllo: “Se da una parte c’è bisogno di riaprire il Paese, vediamo anche che questo virus sta ancora circolando”. I
cittadini, quindi, devono aver comportamenti responsabili: distanziamento, lavaggio delle mani, mascherine in luoghi pubblici. Dall’altra parte la sanità pubblica deve esser pronta a intercettare a livello territoriale un possibile ritorno in campo del virus”.