Intervistato da ‘Radio 24’ l’esperto dell’Iss Gianni Rezza ha spiegato che la fase 2 è un rischio che bisogna correre e che il lockdown non va criticato.
Leggi anche ->Festa di compleanno in piena quarantena | traditi dai social | FOTO
Il rischio di una riapertura totale, infatti, è che la diffusione del virus torni ad essere ingestibile e che si debba nuovamente richiudere il Paese sino a data da destinarsi. Sulla fase 2 è stato ascoltato da ‘Radio 24’ Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo ha spiegato che un lockdown totale non può continuare oltre ma anche che il rischio di un ritorno alla situazione precedente c’è: “Questa fase 2 è irrinunciabile. Un Paese non regge un lockdown completo per più di un paio di mesi ma da un punto di vista sanitario una certa preoccupazione c’è. Il virus continuerà a circolare anche se ora lo fa a intensità più bassa grazie ai provvedimenti di distanziamento sociale, ma come si rilascia la situazione il rischio che ricominci a circolare più velocemente c’è tutto”.
Leggi anche ->Fase 2 Coronavirus | Brusaferro | “Nuovo lockdown se i contagi saliranno”
Se vuoi seguire tutte le nostre notizie in tempo reale CLICCA QUI
L’esperto successivamente parla a chi si lamenta del lockdown e della riapertura graduale del Paese. A loro dice che sbagliano se pensano che si possa riaprire tutto e subito: “Se non ci fosse stato il lockdown sarebbe stato un disastro. Quando qualcuno pensa che il nemico siano le misure di contenimento, non è così. Il nemico è il virus. Se noi mollassimo del tutto le misure di contenimento, l’economia e la società italiana ne risentirebbero comunque in maniera gravissima perché avremmo un virus che scorrazza per l’Italia. Abbiamo una pandemia in corso”.
Parlando infine delle polemiche nate dalla decisione di permettere i funerali, ma non le altre cerimonie religiose, Rezza spiega: “Sono sempre decisioni dolorose e che non si prendono mai a cuor leggero. Il problema è che in questa fase ci si deve affidare a un principio di precauzione e cercare di evitare assembramenti di persone, per quanto la Cei abbia prodotto un documento responsabile”.