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Andrea Gambotto, chi è il ricercatore che ha scoperto il cerotto anti-Covid

Andrea Gambotto è un medico del team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh che ha fatto un’importante scoperta nell’ambito della lotta al Coronavirus. Ecco tutto quel che c’è da sapere su di lui.

Lo scorso 2 aprile un gruppo di ricercatori dell’Università di Pittsburgh ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet il primo report sul vaccino-cerotto contro il Coronavirus. Nel team di esperti c’è anche un medico barese, Andrea Gambotto, che assieme al collega Louis Falo aveva già messo a punto una cura contro la Sars. Conosciamolo più da vicino.

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L’identikit di Andrea Gambotto

Andrea Gambotto è un ricercatore di origini pugliesi. E’ nato a Bari e ha frequentato il liceo scientifico Scacchi, nel barese. Nel 1994 si è laureato in Medicina presso l’Università di Bari, associata al dipartimento di Surgery dell’Università di Pittsburgh, Pennsylvania, e oggi è uno dei membri del team di ricerca dell’Università americana che ha realizzato il vaccino-cerotto contro il Coronavirus. Dopo la laurea, infatti, Gambotto si è trasferito negli Usa dove vive e lavora da 25 anni. Come accennato, già nel 2003 Gambotto aveva trovato il primo vaccino contro la Sars e ha condotto ricerche anche su altri virus, dalla Zika all’Ebola all’adenovirus: è insomma uno dei grandi “cervelli in fuga” italiani.

Attualmente Andrea Gambotto dirige un gruppo di ricerca della University of Pittsburgh Medical Center, da cui è uscito il primo vaccino contro la polio 50anni fa e che oggi potrebbe trovare l’antidoto al Coronavirus. A chi gli domanda su come si lavora con gli occhi del mondo puntati sulla propria ricerca, il Professore barese risponde: “Sappiamo del numero dei morti. Le notizie che ci arrivano sono uno strazio. Questo ci dà ancora più forza per farlo più velocemente. Mi capita di parlare al telefono con mia madre, mia sorella a Bari. E anche per questo ci stiamo impegnando al lavoro per 14-16 ore al giorno”.

La velocità con cui Gambotto e la sua équipe sono arrivati al risultato sarebbe legata a una fortunata coincidenza: i ricercatori stavano già lavorando su un virus simile, la Mers, testando un tipo di vaccino sui cammelli in Arabia Saudita. L’8 febbraio il team di Pittsburgh aveva a disposizione questo vaccino, che è stato subito sperimentato sui topi: la risposta è stata positiva.

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Enrico

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