Intervistato da ‘El Pais’ sulla situazione sanitaria, Conte spiega che siamo vicini al picco e che per il momento è presto per fare delle previsioni.
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Il premier sottolinea poi quanto sia difficile per tutti leggere i dati sulle vittime: “Sabato abbiamo superato le 10mila vittime e questo ci fa molto male e dovrebbe allertare la comunità internazionale”. Per quanto riguarda le restrizioni e le chiusure, Conte spiega che si dovrà ragionare in maniera progressiva e dunque andare a piccoli passi per non rischiare di generare un’ondata di contagi di ritorno.
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La chiusura delle attività produttive è dannosa per l’economia dell’Italia e per le condizioni lavorative di tanti precari. Motivo per cui, Conte spiega: “E’ una misura durissima dal punto di vista economico. E’ l’ultima misura che abbiamo preso e non può prolungarsi troppo”. Sul versante economico sarà molto importante l’ausilio dell’Unione Europea, su cui il premier dice: “Gli istinti nazionalisti, in Italia ma anche in altri Paesi, saranno molto forti se l’Ue non sarà all’altezza”. E ancora: “Il numero di disoccupati che si avrà dopo questo tsunami sarà molto alto. Dobbiamo poter avvivare a capo di una ricostruzione prima che ciò avvenga”.
Per evitarlo il presidente del Consiglio ha valutato con il ministro dell’Economia e con la sua squadra un piano d’investimento e finanziamento a livello Europeo. A tal proposito Conte è stato chiaro ed ha dato un ultimatum, poiché allo stato attuale è necessario pensare a come uscire dall’inevitabile recessione che questa pandemia porterà con sè: “è tempo di introdurre uno strumento di debito europeo comune che ci consenta di superare questa guerra il più presto possibile e rilanciare l’economia”.