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Posso andare in vacanza se sono italiano? La risposta del Premier Conte

Dubbi e perplessità se state per partire. Il Premier Conte sostiene che gli italiani possano viaggiare tranquilli, ma alcuni paesi innalzano muri, nonostante il trattato di Schengen.

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Il Coronavirus fa paura. Ormai le lotte mediatiche tra chi sostiene che sia poco più di una influenza e chi invece ritiene che siamo a rischio pandemia non ci interessano più. Il mondo sembra letteralmente crollato nel panico. Italia in primis. Da venerdì a oggi, sono passati 4 giorni e tra numero di contagi in aumento, controlli a tappeto e isteria di massa, il mondo ci guarda con gli occhi sgranati.  Da una parte l’OMS si dice preoccupato, ma soddisfatto dei protocolli messi in atto. Dall’altra abbiamo i paesi limitrofi che, a oggi sono riusciti a contenere il contagio, che ci guardano come appestati. Pare che gli italiani non li voglia più nessuno e, all’estero, un po’ di discriminazione la stiamo vivendo anche noi, proprio come è successo ai cinesi ad inizio pandemia e ancora oggi.

Giuseppe Conte: “Gli italiani possono partire”

Il nostro Premier Giuseppe Conte ha da poco dichiarato a tal proposito: “Sarebbe ingiusto che arrivassero limitazioni da parte di Stati esteri. Non lo possiamo accettare. I nostro concittadini possono partire sicuri, per loro e per gli altri”. A riportarlo è stata l’Ansa che ha ripreso le parole di Conte dalla Protezione Civile e ha aggiunto che l’Italia, grazie ad un sistema sanitario d’eccellenza e una politica sanitaria di massima tutela e rigore può “mandare i suoi cittadini in giro tranquillamente”.

I paesi che chiudono le porte agli italiani

Intanto però l’Italia e gli italiani non sembrano essere molto ben voluti. Se da una parte c’è la Basilicata che vorrebbe non far arrivare i cittadini dal nord, dall’altra abbiamo le Mauritius che hanno deciso di chiudere le porte ai cittadini lombardi e veneti a bordo di un aereo atterrato ieri. Come abbiamo già approfondito, infatti, ora che siamo noi gli untori e il paese da guardare con sospetto, pretendiamo un trattamento diverso, ma che pare non arrivare, anzi. Dobbiamo infatti valutare quali sono i paesi che ci fanno entrare e che non ci fanno andare in immediata quarantena.

Sebbene il trattato di Schengen sia valido, ossia abbiamo la libera circolazione di merci e persone, i controlli si fanno ovviamente più intensi e si hanno sintomi, indipendentemente dalla nazionalità si fanno dei controlli e dei ricoveri coatti in strutture idonee.

Francesco Conidi

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