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Caterina Glorioso, chi è la soldatessa morta nella metro di Roma

Caterina Glorioso si è tolta la vita con un colpo di arma da fuoco giorno 17 dicembre 2019 mentre si trovava nella metro di Roma.

Il rumore sordo di uno sparo ieri ha generato il terrore nella stazione Flaminia della metro di Roma. Sono bastati pochi istanti per capire che nessuno dei presenti rischiava la vita, bensì qualcuno aveva deciso di porre fine alla propria. Una ragazza giovanissima si era sparata con una pistola alla testa, i tentativi di soccorrerla e salvarle la vita sono stati purtroppo inutili.

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Con il passare delle ore si è scoperto che la giovane si chiamava Caterina Glorioso, aveva appena 30 anni, ed era originaria di Vitulazio (provincia di Caserta). Nella vita aveva scelto di intraprendere la carriera militare e da diversi anni era nei ranghi dell’esercito. S’indaga sulle motivazioni che l’hanno spinta a compiere il gesto estremo.

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Caterina Glorioso, le sue parole una disperata richiesta d’aiuto

Come spesso capita in questi casi, i social dei giovani che decidono di farla finita risultano rivelatori di uno stato di malessere che dall’esterno è difficile da quantificare. In uno dei suoi ultimi post Caterina aveva scritto: “Le donne belle sono quelle felici“. Una frase rivelatrice solo alla luce di quanto successo ieri nella metro di Roma. Caterina non si sentiva felice e questo le trasmetteva un senso d’incertezza disequilibrante che si ripercuoteva non solo sulla considerazione di sé, ma anche sul rapporto con gli altri, con i quali non riusciva probabilmente più ad aprirsi.

Il suicidio è stata una decisione ponderata, lo dimostra il fatto che Caterina ha lasciato una lettera di 15 pagine in cui spiega le motivazioni che l’hanno indotta a compiere quel gesto. In paese si pensa che la causa scatenante, la proverbiale goccia, sia stata la fine di una relazione con il suo ultimo fidanzato. I due si sono lasciati sei mesi fa e quella rottura la soldatessa non l’aveva mai superata, anzi l’aveva fatta entrare in una spirale depressiva. Sebbene soffrisse per amore, però, è probabile che la sua sofferenza avesse basi più profonde e radicate nell’inconscio.

Fabio

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