Grace Brokelsby, studentessa di appena 18 anni, ha deciso lo scorso giugno di togliersi la vita. La ragazza soffriva da tempo di anoressia e quel giorno si trovava all’ospedale psichiatrico per ricevere le ricette per una cura a lungo termine utile a contrastare il suo disturbo. Sebbene da anni ormai combatteva contro la malattia ed avesse confessato di avere pensieri suicidi, secondo i medici non mostrava segni di voler porre in atto quei pensieri.
Solitamente, infatti, i soggetti più a rischio sono quelli che, in uno stato psicologico compromesso, si rifiutano di parlare e aprirsi agli altri. Grace invece era solita fare progetti, aveva già deciso di studiare al Boston College e a settembre avrebbe cominciato questa avventura. Inoltre aveva condiviso con i medici i pensieri negativi, segno solitamente del desiderio di superare le problematiche.
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Il medico curante è convinto che ad aver spinto Grace a compiere il gesto estremo sia stata l’assunzione di Etizolam, farmaco giapponese che negli Stati Uniti è illegale. L’ipotesi è stata formulata in seguito all’autopsia sul corpo della ragazza che ha mostrato la presenza del farmaco nel suo organismo. L’Etizolam, infatti, ha tra i vari effetti collaterali perdita della concentrazione, stato confusionale, mal di testa, ansia, attacchi di panico e depressione. In attesa di capire come la giovane si sia procurata il farmaco, la polizia ha scagionato l’autista del camion che l’ha investita.
Scappata dall’ospedale, infatti, Grace si è messa in attesa sul ciglio della strada ed ha atteso che il camion fosse abbastanza vicino per buttarsi sotto. L’uomo l’ha vista a bordo strada ma quando ha fatto lo scatto verso il suo camion non ha avuto il tempo di frenare. A mesi di distanza dall’accaduto l’uomo ha dichiarato: “Sono sicuro che avesse intenzione di suicidarsi. La ragazza ha atteso che fossi abbastanza vicino e l’ho vista che guardava nella mia direzione”.
Sciarretta Massimiliano