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Sicilia, non solo l’Etna: scoperti altri sei vulcani sottomarini

Uno studio recente ha svelato l’esistenza di sei vulcani sommersi ubicati nei pressi della costa sud occidentale della Sicilia, tra Mazara del Vallo e Sciacca.

In questi giorni abbiamo ammirato la maestosità dell’eruzione vulcanica dell’Etna, uno spettacolo di fontane di lava e colata che solo la distanza dai centri abitati lo fa percepire come innocuo. Con meno stupore e più preoccupazione abbiamo invece assistito al ritorno in attività dello Stromboli: il vulcano delle Isole Eolie (dove c’è pure l’isola Vulcano) ha eruttato all’improvviso, facendo scappare dal terrore abitanti e turisti e causando la morte di un escursionista, Massimo Imbesi.

Ma se l’Etna e lo Stromboli sono vulcani noti a tutti, ce ne sono degli altri di cui nessuno conosceva l’esistenza fino a poco tempo fa: uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste ha portato alla luce l’esistenza di altri sei vulcani sommersi a largo delle coste della Sicilia. Una scoperta di notevole valore, visto che nessuna mappa oceanografica o batimetriche.

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Scoperti sei vulcani sommersi a largo della Sicilia

Uno degli autori dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati sull’importante rivista scientifica ‘Marine Geology‘, ha spiegato che i vulcani scoperti si trovano nel raggio di 22 chilometri dalla costa sud occidentale della Sicilia, tra Mazara del Vallo e Sciacca. Il più vicino si trova a sei chilometri di distanza dalla terra ferma, nei pressi di Punto Granitola (Trapani). Questo vulcano è anche l’unico del lotto ad aver eruttato di recente: “Il vulcano più vicino alle coste, chiamato Actea, mostra una morfologia complessa, e lungo il suo fianco occidentale presenta un importante flusso lavico che si estende per oltre 4 chilometri”.

Questi vulcani possono essere pericolosi per chi viaggia in mare o per gli abitanti della Sicilia? Lo studio a tal proposito non evidenzia nulla, gli studiosi hanno infatti posto la loro attenzione sulla struttura morfologica dei vulcani ed i loro risultati sono tesi a dimostrare che sul fondale marino ci sono ancora ampie porzioni sconosciute agli studiosi.

Fabio

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