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Che cos’è Stromboli: storia del vulcano, ultima eruzione, dove si trova

Che cos’è Stromboli: storia del vulcano, ultima eruzione, dove si trova. 

La notizia di ieri dell’eruzione a Stromboli con la morte di un turista ha destato in tutti grande impressione. Troppo spesso ci dimentichiamo che non siamo solo un Paese ad alto tasso sismico, ma anche che abbiamo diversi vulcani attivi e potenzialmente molto pericolosi.

Tutto su Stromboli

Stromboli è il nome del vulcano che si trova sull’omonima isola facente parte dell’arcipelago siciliano delle isole Eolie. Stromboli è alto 926 metri sul livello del mare ed è uno dei vulcani più attivi del mondo. Il vulcano ha una profondità che raggiunge i 2400 m al di sotto del livello del mare. Ci sono diverse bocche eruttive molte delle quali si trovano a circa 750 metri di altitudine. L’attività eruttiva e costante e quotidiana, ma si tratta di attività ordinaria caratterizzata da esplosioni intermittenti di media energia, della durata di pochi secondi. Talvolta come in questo caso l’attività ordinaria può essere interrotta da esplosioni maggiori e più violente. Le eruzioni più violente riportate dagli annali in epoca recente sono quelle del 1919 e del 1930 ed entrambe furono causate da copiose infiltrazioni d’acqua marina nel camino vulcanico.

Cosa sta succedendo oggi

Per provare a capire affidiamoci agli esperti. L’Istituto Nazionale di geologia e vulcanologia ha scritto questo comunicato: “A partire dalle 16:46 del 3 luglio 2019, si è verificata una violenta sequenza esplosiva parossistica che ha interessato l’area centro-meridionale della terrazza craterica dello Stromboli. Dalle immagini delle telecamere di sorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’INGV (INGV-OE) è stato possibile distinguere due eventi esplosivi principali molto ravvicinati, rispettivamente alle 16:46:10 e alle 16:46:40. La sequenza è stata preceduta, alle 16:44, da alcuni trabocchi lavici scaturiti da tutte le bocche attive della terrazza craterica. Il personale dell’INGV in campo ha osservato una colonna eruttiva che si è innalzata per oltre 2 km di altezza al di sopra della area sommitale disperdendosi in direzione sud-ovest. I prodotti generati dalla sequenza esplosiva sono ricaduti lungo i fianchi del vulcano. L’analisi dei dati della rete sismica ha permesso di individuare, oltre alle esplosioni maggiori, circa 20 eventi esplosivi minori. Dopo l’esaurimento della fase parossistica, l’ampiezza del tremore vulcanico è sensibilmente diminuita.L’evoluzione dei fenomeni è seguita continuamente attraverso le reti di monitoraggio e dal personale in campo delle Sezioni dell’INGV, Osservatorio Etneo di Catania, Osservatorio Vesuviano di Napoli e di Palermo Geochimica”.

Francesco Baglio

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Francesco Baglio